In un precedente articolo, abbiamo parlato della bomba di spine di rosa innescata da Lexa Gates, che esplodendo ha lasciato ovunque cicatrici d’amore ancora sanguinanti. Con “Elite Vessel“, Lexa infila i guanti e con un bisturi taglia le suture lasciandovi dissanguati dopo appena 32 minuti, ma con le labbra ancora umide dall’ultimo bacio.
Rivestendo per un attimo i panni di una giovane Marina Abramović, ha deciso di promuovere il suo quinto album rinchiudendosi per un giorno intero in un box di vetro a Washington Park. Chi voleva poteva sostare all’esterno della struttura e ascoltare con lei alcune tracce del progetto, grazie ad alcune cuffie installate sulle pareti di questa abbozzata “stanza di isolamento”.
Annunciato il suo tour americano, con data finale nella sua New York, Lexa attira tutte le luci su di lei ad una velocità del tutto controllata, consapevole. Ad oggi, lo sviluppo degli artisti segue alle volte dei tracciati tortuosi, troppo rapidi, che non di rado portano a vicoli ciechi in cui il destino di questi viene soffocato dalla mano invisibile dei trends e delle views. Il suo passo, al contrario, è più cauto.
Nonostante i numerosi riconoscimenti ricevuti da artisti come ScHoolboy Q e WIKI, lei sembra voler continuare a muoversi alla sua maniera. Chi però ha avuto la possibilità di incrociarla nelle proprie sedute di shuffle playing è rimasto stregato. Stregato è la parola giusta: SI!
Dal primo ascolto sembra impossibile, oltre che un inspiegabile autosabotaggio, privarsi di quello che definirei un massaggio cerebrale condito da: flow sinuosi e comodi, rime lussuose e decadenti come gli alti e bassi di ogni relazione, ritornelli benedetti dalla voce ormai senza speranza di un’anima abbandonata.
Testimoniare la musica di Lexa Gates è sconvolgente.
Un talento puro capace di spaziare da strumentali Griselda-ish dominate da barre di amore caustico, per poi passare a ritornelli inebrianti, annunciati da corde vocali che propagano le nuvole del cielo più scuro con una sola vibrazione.
Il quinto album della madrina del Queens è quasi totalmente solista; solo qualche collaborazione colora le strumentali che Lexa non si fa mai scappare dalle mani, facendosi oscurare dall’ospite di turno.
Le note trascendentali di Alè Araya in Lately, Nothing accompagnano in un abbraccio di cui si intravede già la fine e che lascia l’amaro in bocca, mentre Zelooperz in Sweet.. Time, al dolore intriso in versi come: “I love you so much, it makes me want to kill myself/ I’m not myself when nobody’s surrounding me/ These drugs in me almost feel like some company/ If only I could stop the things that happen naturally” controbilancia con lo swing di chi, ormai perso nel corpo nudo del proprio amante, non vorrebbe mai staccarsene:
Let me readjust your back and your spinal cord
Lexa Gates – Sweet.. Time (Elite Vessel, 2024)
Can you let me in your gates for some mutual fun?
Can I lick you head to toe ‘til I make you cum?
Swear this meal on my plate is to die for
Already got your body, need your mind and soul
Su una traccia setosa che rimanda alle stanze sfocate e soffici di Between the Sheets dei The Isley Brothers, Lexa Gates e Zelooperz si intrecciano perfettamente, componendo un vero e proprio inno all’amore incasinato che crea dipendenza, e al quale ti abbandoni dolcemente.
Le barre malinconiche, levigate da un timbro ed un flow vellutati, mostrano lo scontro continuo tra i suoi pensieri più intimi e imbarazzanti; quelli che vagano senza controllo bollendo come magma. Il dialogo interno è reso così bene che ascoltando tracce come Thinking of you alle cuffie, sembra che ogni orecchio funga da centralino riservato per la voce che lo contatta, facendoci perdere in un folle monologo.
Lexa sembra sdoppiarsi al punto tale da perdere ogni volontà, prima mostrando il suo lato più borioso e avventato, per poi cedere ai sentimenti che la tengono in ginocchio.
“But I don’t know about a wedding ring
Lexa Gates – Thinking of you (Elite Vessel, 2024)
Or what the future is bound to bring
I’m bad with things that involve anyone other than me
But I’ve been tryna be somebody that your sister could look up to
Tryna cool it with the hoes ‘cause I’m a player too
But if I ever did anything, I’m thinking of you
Thinking of you”
Oltre i singoli come Thinking of You, Stacy’s Chips e Lately, Nothing che hanno fatto da prequel, tra le tracce più interessanti spiccano Stupid e Yourself. La prima, alla quale è seguita la pubblicazione di un video-clip dedicato, segna un highlight nell’intero catalogo della nativa del Queens.
Quando rappa, Lexa colpisce principalmente per la sua capacità di suonare scioltissima, quasi da sembrare la sua unica modalità/possibilità comunicativa. Attualmente, lei e Doechii (titolare inamovibile di TDE) sono le uniche MC in grado di performare in maniera eccellente su qualsiasi strumentale.
Ogni beat sembra costruito su misura. La delivery è precisa, ricorrono spesso continue variazioni di flow unite all’alternarsi di barre rappate e cantate. In poche parole, sembra che non ci sia nulla che Lexa Gates non sappia fare.
Nei testi non c’è nulla che assomigli a flussi di coscienza incontrollabili ed astratti , tutto è maledettamente umano, forse troppo per suonare così complesso e stratificato. Come accade in Yourself, le esperienze che Lexa tatua nei timpani e nell’immaginario di chi ascolta sono delle più vissute: abbandono, un amore che cela una fregatura, delusione, speranza; eppure tutto viene elevato da parole che forse sono sempre state lì, e che lei ha semplicemente avuto il coraggio di pronunciare al posto nostro.
Now what’s there to do?
Lexa Gates – Yourself (Elite Vessel, 2024)
When I find out, I swear I’ll show you
I’m way too worried ‘bout myself
Is that okay for just the moment?
Don’t stress me out ‘cause I could do without the bullshit
You were supposed to be on my side
But you’re way too worried ‘bout yourself
Nell’intro di Yourself c’è forse tutta Lexa Gates: “You see the tears in my eyes as I walk by/ You just smile as you hold the hand of another guy” sono frasi che racchiudono tutta l’innocenza che si nasconde dietro sentimenti così devastanti eppure così semplici.
Elite Vessel è il biglietto d’ingresso per un mondo fatto di tutto, luci e ombre, una serenata dedicata ad un amore che si trascina lentamente nel buio, come il sole di giugno. Il destino di chi, disperatamente alla ricerca di calore, piomba, profeticamente, in un paio di braccia gelide.
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