Ad oggi, anche la più scrausa e macchinosa IA è capace di creare contenuti che mescolano voci, stili e temi di artisti diversi, così da partorire un ibrido artificiale tanto innovativo quanto noioso. Tuttavia, mentre molti si preoccupano dell’avanzamento repentino di questi sistemi, accusati di causare un appiattimento del più originale slancio artistico e di accaparrarsi dell’identità musicale delle proprie fonti, per i fan di Lexa Gates, il futuro si sta manifestando proprio alle loro orecchie con tutta la potenza e l’arroganza che il Queens, New York, ha donato alla sua ambasciatrice.
Lasciata la scuola a 14 anni per una delusione d’amore, ciò che rimaneva a Lexa erano: l’erba, il pianoforte e le lezioni di canto che la madre le pagava sin dall’infanzia, sperando di incarnare nella figlia il sogno di diventare una cantante, anni addietro abbandonato.
Crescere a New York, nello specifico ad Astoria, un quartiere ad Ovest del Queens, si è rivelata una grande fonte di ispirazione per lei, sebbene le influenze musicali che hanno gettato le fondamenta del suo suono, siano da ricercare in classici come MF DOOM, Amy Winehouse, Odd Future e Mac Miller.
Ad oggi il catalogo di Ivanna Alexandra Martinez conta 6 progetti tra album ed EP. In un momento in cui i beat al neon e giocosi di “Ice Spice“, e la bomba ratchet e sregolata innescata da “Sexyy Red” occupano prepotentemente le classifiche e l’immaginario collettivo, la realtà dannatamente ordinaria che Lexa Gates descrive: fatto di relazioni disfunzionali, allucinazioni d’amore e sfrontata apatia, frantuma i sogni di un mondo glitterato così come quelli di un amore eterno.
Quella di LG è un’estetica da nuovo millennio, lei stessa si definisce una “tumblr girl, but cool” e l’impressione è esattamente questa. Dai primi passi mossi su SoundCloud per poi esplodere su TikTok e Instagram, raccogliendo mezzo milione di visualizzazioni in pochi giorni, Lexa continua a rimanere fedele alla propria immaginazione, rifiutando di definirsi artisticamente.
Dagli artwork delle copertine alle strumentali minimaliste che strizzano l’occhio a sonorità tipiche di Alchemist o Mike, l’impressione è di ritrovarsi in un delirio emotivo pieno di colori e distorsioni, di abbandono, di tristezza e crescente ma incontrollabile consapevolezza.
La sua musica ha il sapore di un lecca lecca all’arsenico. Una melodia che ipnotizza e lascia senza fiato, l’up e il down della migliore droga. Confessioni di un cuore stanco su beats che squagliano.
Le scene trita cuore che il tono rauco della sua voce dipingono riflettono perfettamente l’anima tormentata spiaccicata sulle sue barre; un’aggressività che sa di delusione, di quel dolore che soltanto la persona sbagliata al momento sbagliato riesce a provocare.
You the only one, so I let you hit it raw
Lexa Gates – Angel (2023)
You the only one make me run to the door
Even when I’m mad, I’ll respond, I can’t ignore you
Okay, that’s a lie, if I’m bugged, that is not true
I just need a hug, reassure me you not stupid
Feeling like I got shot with a Glock by Cupid
Dal solo ascolto di qualche traccia come: Stacy’s Chips, Selfish o Play Pretend ci si rende immediatamente conto della diversità musicale disarmante che Lexa porta al tavolo, oltre che della continua evoluzione a cui sottopone la propria identità. Un timbro sofferto e vibrante come quello di Snoh Aalegra che si alterna a barre rappate con fare braggadocio tipico di tenori come The Notorious B.I.G.
E così, il perfetto blend tra le note emollienti del più classico r&b postmoderno e il rap quasi raccontato, a rallentatore, finiscono per travolgere chiunque metta le proprie mani sulla sua musica.
Lexa Gates funziona per chiunque. Nulla è mai smielato, prevedibile o riciclato. Il suo fare sfrontato è il suo biglietto da visita, quello di un artista che si trova a dover alzare i gomiti in un’industria, che solo negli ultimi anni, ha fatto spazio e riconosciuto quanto di dovuto alle MC donne. Il successo fino ad ora raccolto dimostra che tematiche come le sue permeano ogni fessura del substrato più “maschile” di questo genere, e per questa valanga non c’è rifugio.
Lexa reincarna, sfidandolo, lo stereotipo dell’artista/cantante donna, che l’industria e i ruoli sociali tradizionali hanno sempre propinato, rompendo quel fastidioso e stretto crisma onirico della musa, e creando con i resti di questo, una copia rozza e dissacrante.
La sua narrativa è empowering ma allo stesso tempo vulnerabile, un racconto di riappropriazione che però finisce col lasciare nudi, un’insicurezza che si fa scudo dietro la prepotenza che l’amore a volte può manifestare.
In un’intervista rilasciata a On the Radar Radio lei stessa racconta di star facendo ancora i conti con il successo che tutto insieme l’ha circondata, e con questo la sua maturazione.
Nonostante tutto, dopo una data a Londra ed alcune in giro per l’America, Lexa sembra pronta a prendersi tutto, promettendo l’uscita di un nuovo album e consolidando la propria posizione nell’arena dei suoni emergenti. Le aspettative sono altissime e di dubbi sul suo talento ormai è difficile averne.
Ascoltare Lexa Gates farebbe follemente innamorare il più duro del blocco, lasciandolo stordito, per strada, con un mazzo di fiori in mano e il cuore spezzato.
E noi, che a rimanere incantati dalla sua musica non ci abbiamo messo troppo, aspettiamo soltanto di vedere quanto tempo impiegherà ad intrappolare il resto di voi.
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