Recensione di Escape From Heart
Se
volessimo identificare il rapporto tra il rap e i suoi ascoltatori, potremmo
sintetizzarlo grazie a una metafora: il primo è un’immensa miniera in cui si
può trovare ogni tipo di gemma; i secondi, invece, sono minatori in cerca di
gemme. Nel 2010, in un angolo sperduto dell’antro già di per sé vasto del rap
italiano, venne alla luce un diamante nero di forma singolare e rara bellezza:
si trattava di Escape from heart,
disco di debutto di MadMan, ai tempi un giovane emergente quasi sconosciuto.
L’iperbolizzazione
della tecnica, le emozioni più oscure e la follia dilagante di Escape From Heart,
diretta ispirazione di Mr. Simpatia di
Fabri Fibra, conferirono a questa gemma un valore incredibile per l’epoca.
Si
dice che i diamanti neri siano solitamente amorfi e presentino diverse
microfratture interne che rendono la loro lavorazione particolarmente ostica;
vista la loro rarità, qualcuno ha addirittura ipotizzato una loro possibile
origine extraterrestre. Paradossalmente, il diamante si presentava già
sfaccettato in gran parte dei suoi punti, tanto da scintillare, e, nonostante
le fratture interne e alcuni graffi e tagli esterni, aveva una forma già ben
definita ed era di una durezza pari a quella di un diamante comune.
Dopo
numerosi studi, si riuscì a capire cosa significassero tutti gli aspetti che
rendevano la gemma così particolare tra tutte le gemme dell’antro del rap
italiano.
A conferire tanto bagliore era senza dubbio la tecnica di MadMan, incredibile per il tempo, che, come molti in precedenza avevano ipotizzato, sembravano quasi extraterrestre o, come asserito dal Nostro in “Veleno” (contenuta in QVC Mixtape di Gemitaiz), addirittura di un’altra galassia. Alcune facce, se passate sotto la luce, quasi accecavano gli esperti per il loro splendore: gli esercizi di stile come “Underground” e “Questo è l’anno”, in cui Mad si cimentò nella stesura di liriche tanto metricamente dense da stordire gli ascoltatori.
Studiando l’interno, invece, si scoprì che le fratture, così interne da non costituire nessun rischio per la lavorazione, rappresentavano le tracce in cui MadMan aveva riversato le proprie emozioni. La chiave che permise di comprendere quest’aspetto fu la scoperta di un post che MadMan aveva pubblicato su Facebook nell’aprile 2010 per spiegare il significato dell’album. In alcuni punti centrali furono individuati persino dei vuoti, come se il cuore e la psiche di MadMan, oltre che martoriati dalle fratture interne, avessero dei vuoti incolmabili: si scoprirono quindi tracce come “È solo l’inizio”, la title track, autentico capolavoro, “Lo rifarò” e “Rainy trip”, tra le più struggenti dell’album. Era come se questi tagli e questi vuoti fossero un invito a calarsi in un viaggio delirante nella psiche dell’artista, in piena linea con la metafora del viaggio già esposta in precedenza da Mad su Facebook.
Successivi
studi su alcune facce ruvide e con una sfaccettatura estremamente irregolare,
ma comunque lucenti, portarono alla luce tracce come “Trash music” e “Fuck girls”,
in cui si manifestava in pieno la follia lirica che funse per EFH da trait d’union con Mr.
Simpatia; queste tracce, comunque, presentavano una forte dose di
autoironia, spesso tragicomica, e finirono per strappare un amaro sorriso agli
esperti.
Successivamente,
gli studiosi trovarono un’altro aspetto così singolare da essere quasi assurdo,
tanto raramente era stato trovato in altre gemme nell’antro: una parte di EFH, infatti, presentava una faccia
estremamente acuminata, talmente nera e opaca da non riflettere quasi per
niente la luce. Dopo un po’ di tempo, si riuscì a dare spiegazione a questa
strana caratteristica: si trattava di “Dopo
tre giorni”, la canzone più lucidamente incazzata del disco, contenente una
pesantissima invettiva contro Chiesa e religione; evidentemente, MadMan avrà
vomitato un fiume di bile nera e risentimento, è facile per chi ascolta la
traccia immaginarlo con gli occhi iniettati di sangue intento a martoriare il
malcapitato microfono di turno coi propri macigni lirici.
In seguito, si comprese anche che le prestazioni degli ospiti di EFH aveva determinato la presenza di punti più lucenti, graffi leggeri o addirittura tagli netti, specchio della qualità delle suddette prestazioni. La cosa che più dispiacque agli studiosi furono i tagli abbastanza netti causati dalle strofe di Ombra e Venom, purtroppo non all’altezza della situazione, che si trovavano sopra al vuoto in cui era stata precedentemente individuata Rainy trip, e il graffio della strofa di Blue virus nel mezzo della faccia della scintillante “Underground”.
Restava
un ultimo dilemma irrisolto cui nessuno, inizialmente, aveva fatto caso: per
quale motivo la forma del diamante era così ben definita nonostante fosse
grezzo e perché il diamante era così duro? Occorse molto più tempo del previsto
per determinare che ciò era stato merito dei beatmakers, che con le proprie
basi avevano dato forma e consistenza al diamante e avevano rafforzato enormemente
le liriche di MadMan all’interno delle tracce.
Alla
fine, si constatò che la gemma era di inestimabile valore e la si mandò da un
tagliatore per valorizzarla al meglio; peccato che quest’ultimo si focalizzò
solo sulle parti lucenti, lasciando in ombra le altre e smussando quelle
acuminate, incastonando il diamante in modo tale che fossero visibili solo le
facce scintillanti. In molti non apprezzarono tale atto, perché non videro più
molti aspetti che avevano fatto del diamante una gemma assolutamente singolare.
Fortunatamente,
il tagliatore non aveva incastonato bene la pietra: fu così che spesso molti
riuscirono a staccarla per ammirare il lato messo in ombra e andarono essi
stessi poi a rifinirla e valorizzarla. Questo diamante si arricchì dunque dei
nuovi lavori di MadMan che, nonostante la tecnica estrema, non di rado
presentavano perle liriche come Dopo il
rischio (contenuta in Doppelgänger)
o Grande (outro di Back home).
Guardando il diamante dalla prospettiva odierna e con un occhio puntato sul futuro, sappiamo di certo che esso continuerà ad arricchirsi di nuove luminose sfaccettature e sarà valorizzato maggiormente nei punti precedentemente messi in ombra.
Di Luca Ferlizzi
Nessun commento!