Guè Pequeno in Italia rappresenta una figura di rilievo per la scena Hip-Hop/Urban, impossibile negarlo. Quando si parla di un album del Guercio non si sa mai se prenderlo “alla leggera” o se considerarlo “intoccabile” a prescindere per il ruolo che riveste. Se da un lato prendiamo quella categoria di artisti che utilizzano il dono del tempo come meglio credono per realizzare un progetto, facendo passare anche diversi anni tra un album e l’altro (ad esempio Marracash tanto per citarne uno), Guè appartiene certamente alla categoria di artisti “iperproduttivi”: sono passati circa 10 mesi dall’uscita di “Sinatra”, l’ultimo album del rapper milanese, e pochi giorni fa è uscito “Gelida estate”, un nuovo EP di 5 tracce contenente i featuring di Lazza e Farid Bang, dei quali parleremo meglio dopo.
Dando per scontato che sia di opinione pubblica il fatto che le liriche ed i contenuti di Guè non siano paragonabili a quelli di un artista come Marracash (il quale è quindi in teoria più giustificato per la lunga gestazione che necessita un suo album), possiamo affermare con tranquillità che la qualità dei suoi lavori, nonostante siano realizzati relativamente in poco tempo, sia altissima.
Seppur il periodo d’uscita lasciava immaginare in un progetto dall’aria spensierata ed estiva, “Gelida Estate” ha un imprinting prettamente Hip Hop e lontano dal clichè italiano del prodotto realizzato per vendere. Fatta eccezione per “Bamba” (prodotta da Ramiks), brano dal ritmo sudamericano di cui Guè è un grande estimatore, in tutte le altre tracce si respira rap come in pochi altri progetti di artisti mainstream usciti di recente. Ad esempio “Montenapo”, in collaborazione con Lazza e prodotto da 2nd roof, pur essendo un singolo vero e proprio uscito ad inizio giugno non ha le caratteristiche del “singolo estivo” made in Italy (conoscete hit da radio con il ritornello pitchato?). E’ doveroso però spendere due parole per la strofa di Lazza: l’ex membro della Zero2 e della BloccoRecordz si riconferma dopo il progetto di successo “Re Mida” rilasciato a marzo non sfigurando di fianco ad uno dei padri di questo genere in Italia, infiammando ancora di più gli ascoltatori più infervorati con il riferimento a “99 problems” di Jay-Z e citando una barra dello stesso Guè Pequeno ai tempi dei Club Dogo in “Droga Rap” (“Molti miei fra fanno più brutto dei rapper americani / Senza fare i rapper e senza fare gli americani”).
In “Maledetto” invece troviamo un Guè più conscious che si racconta tra drammi personali, come la morte del padre e l’arresto di un caro amico, e discorsi sul successo. Il tutto rappato sul tappeto musicale realizzato dal sempre più convincente Night Skinny e purtroppo rovinato in minima parte da un paio di doppie canticchiate tanto insignificanti rispetto all’intera canzone quanto terribilmente cacofoniche per le mie orecchie, ma nulla di troppo grave.
L’ultima traccia dell’EP è “President Rolly”, prodotta da Daves the Kid ed in collaborazione con Farid Bang, rapper tedesco di origine marocchina. Abituati al fatto che Guè collabori spesso con artisti esteri possiamo dire che il brano in sé non ha nulla di innovativo e che, anzi, si tratta del classico pezzo autocelebrativo in cui i due ci tengono a sottolineare la loro importanza nelle rispettive scene nazionali. Ad esempio nella sua strofa Farid Bang si paragona per lo status di leggenda a personaggi di spicco come Frank Ribéry e Muhammad Ali o milionario come Paulo Dybala.
Ho scelto di parlare del meglio per ultimo. “Niente Photo” è il pezzo di Guè Pequeno che nessuno si aspettava ma di cui tutti avevano bisogno, lo stesso Guè in primis: abituare la massa a sentirti con brani più orecchiabili ti fa discostare, agli occhi dei più, dalla scena Hip Hop nel senso più “purista” del termine; pezzi passati in radio come “2%” (nonostante a mio parere siano di qualità) denigrano il ruolo che si è costruito negli anni (anche se mi sento di dire che chi vive di pane e rap, ovvero la minoranza, non lo abbia mai messo in discussione). L’attitudine e la naturalezza con cui Guè si approccia alla strumentale è un po’ un ritorno alla street attitude che contraddistingueva la Dogo Gang ai tempi e che Guè ha comunque sfoggiato qua e là negli anni.
Con Gelida Estate Guè Pequeno ci ha dimostrato che per lui non è e probabilmente non sarà mai solo una questione di business. “Gelida estate” non è un prodotto frivolo e anonimo solo perché di breve durata, anzi, credo che il Guè di questo progetto potremmo persino rimpiangerlo tra qualche anno.
Di Simone Locusta
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