Disponibile dal 22 settembre e realizzato per Carosello Records/Epic, Canzoni per gli altri è il titolo del nuovo album di inediti dell’autrice più famosa d’Italia: Federica Abbate finalmente ci canta tutte quelle canzoni che ha scritto esclusivamente per sé, rendendole, così facendo, per tutti quanti noi.
Ti dicono non sei nessuno se poi non passi in radio
Marracash – In Radio feat. Federica Abbate (Status, 2015)
oggi che sei conosciuto per me sei solo un estraneo, solo una voce in radio
Era il lontano 2015 quando un giovane ma già affermato Marracash conquistava le rotazioni radiofoniche con In Radio, pezzo appartenente al quarto album in studio del rapper milanese, che lo catapultò su uno dei palchi più seguiti d’Italia, quello del Summer Festival di RTL 102.5. Assieme a lui, oscurata dall’imponente ombra del king del rap, una voce dolce, accogliente, come ad abbracciare l’ascoltatore dopo le affilatissime lame lanciate dall’artista della Barona. Quella voce, che poi ritroveremo anche l’anno successivo in Niente canzoni d’amore, è Federica Abbate.
Ecco che, alla vigilia dell’evento più Marra-centrico mai organizzato, Federica Abbate fa ruotare tutti i riflettori su di sé, per la prima vera volta. Con il suo primo album ufficiale (se non si considera l’EP In foto vengo male, pubblicato nel 2018) Canzoni per gli altri, Federica Abbate canta ciò che ha scritto per sé stessa, calzando perfettamente l’abito che nel tempo si è cucita e ricamata con amore e dedizione.
Ora in radio c’è lei, con nove brani in cui corpo e voce lavorano finalmente in completa sinergia. Non è sola, però: come è sempre piaciuto alla stessa autrice, e a tutti noi del pubblico, fare musica significa innanzitutto condivisione, collaborazione.
Con la propria penna, da ormai dieci anni la più ricercata dagli artisti appartenenti a qualsiasi genere del panorama musicale italiano, Federica Abbate è riuscita a disegnare un fil rouge capace di unire ben 10 tra artisti ed artiste nazionali realizzando dei featuring degni della sua discografia.
Canzoni per gli altri è un progetto discografico ricco, non solo per la potenza dei pezzi al suo interno, ma poiché è il concentrato di colori diversi: dai rosa e rosso accesi della ballad, nei feat con Alessandra Amoroso, Ana Mena, Elisa, Francesca Michielin e Matteo Romano, al tocco pastello di Tra una canzone e l’altra con Franco126, fino a vere e proprie sfumature considerate urban rap tra cui Doppio nodo, con Emis Killa, un pezzo con Mr.Rain, e soprattutto Sorry con Nashley. Le barre del rapper vicentino si incastrano alla perfezione con la voce melodica di Abbate, che nella seconda strofa prende completamente il controllo del brano, con un flow inedito che arriva come un vento carico di tante influenze hip hop, raccolte nel suo percorso di paroliera.
È vero, Federica Abbate ha sempre lavorato nelle retrovie, fuori dai riflettori, dai flash e dall’interesse spesso morboso che purtroppo si riversa sugli artisti con l’arrivo del successo. Successo che spesso ha assaporato nella penombra, osservando le proprie composizioni, le proprie parole, i propri pensieri, diffondersi sui palchi d’Italia e del mondo. Oggi queste parole arrivano direttamente con la sua cadenza, il suo timbro caldo e quella capacità di entrare, incisive ma con dolcezza, sotto la pelle degli ascoltatori, dono che Marracash aveva fiutato sin dagli esordi della giovanissima.
E non lo sai quante notti ho
Federica Abbate – Canzoni per gli altri feat. Elisa (Canzoni per gli altri, 2023)
passato a parlarti scrivendo
soltanto canzoni per gli altri
Se dovessimo necessariamente incasellare l’artista, tendenza da cui mi dissocerò sempre poiché assolutamente limitata, Federica Abbate di per sé non sarebbe collocabile fra le personalità della scena hip hop italiana.
Eppure, a mio avviso, con quest’ultima ha molte più caratteristiche in comune di quante ce ne potremmo immaginare. In primis le importanti e frequenti collaborazioni con alcuni dei nomi più influenti della scena, fra cui appunto il già citato Marra, Fedez (nella versione che rappava davvero) Izi, Shiva e addirittura Guè, per cui scrisse Erba & WiFi nel 2016, e la più recente Bastava la metà, cantata assieme ad Ernia. Appartenere al mondo hip hop, quindi, non vuol dire necessariamente cantare pezzi dalle linee hip hop. Significa viverci all’interno, muoversi fra i veri abitanti della “città”, entrare nei loro studi, respirare la stessa aria, condividere le proprie storie e ascoltare quelle degli altri, cosa che in tutti questi anni da paroliera è diventata la sua specialità, per poi cucire un abito che ogni volta calzasse a pennello addosso ad ognuno di essi.
L’album di Federica Abbate, dunque, potrà sembrare ai più indifferente, molto pop, troppo melodico, certamente nulla a che vedere con le barre degli artisti che siamo soliti recensire qui, in questa sede. Eppure scavando a fondo, considerando un brano (a qualsiasi genere esso appartenga) come un puzzle di frasi ad incastro perfetto, essere capaci di creare tanti piccoli pezzetti e di plasmarli in modo tale che assemblandosi rivelino ogni volta un’opera d’arte, non può che essere degno di nota. Ovunque.
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