Oggi è uscito un album firmato da un binomio rapper-producer ancora inedito nel rap italiano, pur parlando di due veterani rappresentanti della stessa scena rap hardcore. Degli artisti in questione non servirebbero particolari presentazioni, ma, in un periodo in cui l’esistenza stessa dell’underground è messa in discussione, non si sa mai: al microfono abbiamo Nex Cassel, icona dell’hiphop veneto con una pila di dischi cult all’attivo, che, a distanza di appena un anno dall’uscita dell’album Mercato nero (interamente prodotto dallo stesso), è già pronto a rimettersi in gioco; ai controlli invece c’è Dj Craim, campione internazionale di turntablism, membro del progetto discografico Artificial Kid e del collettivo Good Old Boys, che, in veste di produttore, negli ultimi anni ha curato interamente Coupe de Grace di Kaos e (salvo due strumentali) Chiodi dello stesso e Adversus del Colle Der Fomento.
Il nuovo progetto in collaborazione si intitola Fegato, «centro di controllo biochimico dell’organismo», come ribadito nell’interludio, in grado di convertire i veleni in sostanze innocue.
Leggere un titolo del genere accostato al nome di un veneto doc come Nex, che «solo perché beve non ha fegato da vendere», riprendendo una sua barra di qualche anno fa, lascia immediatamente intuire che l’alcol sarà un leit motiv nel disco: «ho scritto tutto in un periodo in cui stavo abusando dell’alcol» dichiara infatti il rapper nel comunicato stampa di Fegato, «e questo album mi ha salvato».
Ma il titolo non è calzante solo in relazione a questo. Andando oltre gli aspetti prettamente anatomici dell’organo, il fegato è stato considerato fin dall’antichità classica la sede corporea di caparbietà, forza fisica e coraggio e, dunque, casca a pennello con uno dei progetti più ruvidi e crudi usciti in Italia nel 2023.
Nell’album c’è la versione più grezza di Nex Cassel: non che nei dischi precedenti si fosse ammorbidito, ma lo stile inconfondibile di fare le barre che lo caratterizza è valorizzato come non mai dal sound sporco ed essenziale accuratamente lavorato da Craim. Quest’ultimo si sbizzarrisce con i campionamenti proiettando chi ascolta in atmosfere disturbanti, quasi inquietanti, per poi spesso cambiare improvvisamente rotta, soprattutto sul finale di alcune strumentali, e far scemare la tensione lasciando respirare i sample; emblematici i due singoli Ghiacciolo al polo e Flavio Domiziano.
Il duo è perfettamente bilanciato: le punchline di Nex, gonfie di attitudine e doppi sensi, si alternano armonicamente agli scratch di Craim, che firma col graffio ogni produzione del progetto.
Le collaborazioni sono poche e ben dosate: abbiamo Gionni Grano e Gionni Gioielli in Golden Glove (giustamente non si poteva parlare di «fegato alla veneziana» senza riunire Micromala), Ensi e E-Green in Detersivo, uno dei brani più forti del disco. Le strofe degli ospiti impreziosiscono Fegato senza togliere il focus sui protagonisti dell’album, problema all’ordine del giorno nella maggior parte dei dischi rap degli ultimi anni.
In conclusione, siamo di fronte ad un disco sfrontato ed esplicito, ma ben scritto e musicalmente ricercato. Un album con pochissimi ritornelli, nessun episodio cantato, ma con un suono elegante e sperimentale, pur rimanendo inequivocabilmente rap.
E per farlo, soprattutto oggi e soprattutto in Italia, ci vuole fegato.
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