Baby Gang ha sempre avuto gli attributi. In tutti i sensi. E’ un rapper che ha saputo puntare su alcune sue qualità che lo hanno reso unico, inimitabile e manifesto di una parte di Italia che per quanto si possa ignorare, esiste eccome.
Baby Gang ha sempre avuto il coraggio di mettere in musica quel che è senza alcuna mediazione o figura retorica. La sua arma più potente è sempre stata l’autenticità del suo racconto, personale e di nessun altro. Dire le cose come stanno per lui, senza fronzoli ,ha reso la sua produzione più che mai vincente in termini di narrazione.
Il suo essere diretto si riflette sul suo modo di essere controverso e questa sua caratteristica ha creato una netta frattura tra chi lo ritiene un grande rapper e chi lo sottostima sminuendo le sue capacità.
L’arco di tempo che va dall’uscita del secondo disco fino all’inizio del 2024 lo possiamo considerare tranquillamente un momento d’oro per il rapper lecchese: “Innocente” è stato un disco importante a livello comunicativo perché ha saputo toccare tante tematiche mettendosi a nudo, senza alcun artefatto o forzatura, facendo emergere molte sfaccettature di Zaccaria, un ragazzo che vorrebbe rimediare ai suoi errori e che sta comprendendo di avere ruolo sociale all’interno della scena.
Anche singoli come “Seconda Generazione”, “Karma”, “Hebs” o anche la stessa “In Italia 2024” hanno rafforzato sempre di più la sua immagine e posizione nel rap italiano. Il suo rap è stato il più ascoltato in lingua italiana in Europa lo scorso anno, anche grazie alla sua capacità di saper coadiuvare la cultura di origine con quella nazionale.
“L’Angelo del Male”, il terzo album di Baby Gang, il 26 aprile 2024 ha visto la luce. Devo ammettere con tutta onestà che sono stato titubante per tutto il tempo di attesa del disco. Il titolo e il concept non mi hanno assolutamente sorpreso, visto che non rappresentano niente di nuovo nel rap, sia italiano che non.
Dal titolo del disco, ciò che ci vuole dire l’artista è il bene sopravvive nel male e il male nel bene. Seppur questa contraddittoria situazione sia tranquillamente ritrovabile nel vissuto di Baby Gang, nel disco non riesce molto ad emergere e lasciare il segno come dovrebbe, responsabile anche una generale staticità tematica.
I featuring del progetto sembravano veramente tanti: 19 nomi in 16 tracce, praticamente quasi tutta la scena mainstream ha partecipato a questo disco. Come suggerito dai nostri amici di RapAdvisor tramite un loro studio statistico, a livello effettivo di tempo, i feat degli ospiti occupano solamente 14 minuti e 23 secondi su 45 minuti e 28 secondi di durata di disco.
Effettivamente Baby Gang ha rappato 18 strofe sulle 36 de “L’Angelo Del Male”, l’esatta metà, mentre gli unici due ospiti a fare il ritornello sono Blanco e Rocco Hunt. Gli ospiti hanno tolto veramente tanto spazio che poteva essere destinato a Baby e alla narrazione della sua storia in termini di strofe, senza considerare che i ritornelli che si ripetono possono appesantire l’ascolto.
Non possiamo parlare di disastro, visto che non lo è, ma trovo che nell’opera in questione Baby sia rimasto fermo allo step precedente della sua carriera, e in alcuni punti ci sono dei passi indietro:
Non so più la mia fine, che fine faremo noi?
Baby Gang- Restare feat. Lazza (Innocente, 2023)
Fai la fine di Zaccaria (Fai la fine)
E fai la fine mia
A due e ottanta finché non si schianta
Baby Gang- Blood & Crips (L’Angelo Del Male, 2024)
Me ne sbatto il cazzo, tanto ne compro un’altra
Anche il contratto la mia testa non la cambia
Ho fatto un patto con un compagno in gabbia
Vero, le due strofe appartengono a due brani completamente differenti, nel primo Baby Gang guarda dentro Zaccaria, nel secondo il rapper fa pura autocelebrazione, ma ciò che si proietta al di fuori è una figura contradittoria – come detto all’inizio – di qualcuno che oscilla avanti e indietro cercando ancora il suo baricentro.
Se in “Innocente” le immagini crude ma semplici sono la forza del disco, queste ne “L’Angelo Del Male” iniziano a perdere d’effetto, soprattutto per un suo ascoltatore abituale. Se in “Innocente” Baby Gang sembrava aver intrapreso un percorso di riabilitazione e di conseguente pulizia della sua immagine, ne “L’Angelo Del Male” sembra esserci una perdita della fiducia nella possibilità di cambiamento, sentimento da sempre riportato da Zaccaria, ma inasprito dalla recente condanna ricevuta per 5 anni e 2 mesi.
Forse i guai con la legge del rapper italo-marocchino hanno influito più di quanto pensiamo alla realizzazione del disco. Attualmente Baby è agli arresti domiciliari e nonostante le sue continue dichiarazioni di innocenza su Instagram, la stampa continua a parlare di provvedimenti giudiziari e carcere. Non vogliamo entrare in merito alla realtà dei fatti, ma è riscontrabile nel risultato finale del disco la fretta nel dover realizzare qualcosa da dover consegnare e, come ha detto anche Modesto in redazione, forse per questo motivo c’è stata una grande messa a disposizione da parte della scena.
I tanti feat distraggono quasi l’ascoltatore che deve ogni volta seguire i cambi di prospettiva di chi rappa. Il fuoco attentivo di chi ascolta è messo alla prova dalle tante voci che si susseguono e, a mio parere, si disperde l’attenzione visto da uno dei punti forti di Baby Gang, che è proprio il suo racconto. Per questo motivo i brani che ritengo rimangano più impressi sono quelli da solista, come “Guerra”, “Blood & Crips”, “LIBERI“, oppure la outro “Venom”.
Tra i featuring, il brano che spicca più di tutti è “Non Mi Vedi”, la posse track coi feat di Fabri Fibra, Ernia, Rkomi, Geolier, Poison Beatz. Il brano è uno dei più riusciti nella fruizione del concept e viene fuori questa dualità continua dal ritornello di Baby Gang:
Ogni bugia è una verità
Baby Gang-Non mi vedi feat. Fabri Fibra, Ernia, Rkomi, Geolier, Poison Beatz (L’Angelo Del Male, 2024)
Ogni verità è una bugia
La gente è piena d’odio e falsità
L’invidia è una malattia
“L’Angelo Del Male” rappresenta per Baby Gang un punto di crescita per lo status artistico e, contemporaneamente, un punto di stallo per la sua crescita espositiva e contenutistica sul versante tematico. Si ha la sensazione che sia un “disco prematuro”, con una gestazione incompleta, o per causa di forza maggiore o perché lo stesso Baby Gang non ha ancora imparato del tutto a volare.
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