Recensione di Re Mida Aurum + Piano Solo
Il 2019 è stato indubbiamente l’anno più importante per la carriera di Lazza, uno degli artisti sicuramente più in forma con diverse partecipazioni nei dischi più di rilievo degli ultimi mesi, si pensi a “Machete Mixtape 4”, “Gelida Estate EP”, “68 (Till The End)” e Mattoni.
I suoi sforzi e risultati lo hanno portato ad ampliare ancora di più la sua fanbase, in molti si sono convertiti alla cafonaggine del milanese dopo la pubblicazione di “Re Mida” , ed è così che il 4 Ottobre 2019, Jacopo Lazzarini decide di mettersi al collo la sua medaglia d’oro per il percorso svolto negli ultimi 10 mesi.
“Re Mida Aurum” e “Re Mida Piano Solo” devono essere infatti analizzati come le due facce di una stessa medaglia, da un lato la parte più zarra, quando invece la si ruota di 180° si scopre un aspetto più delicato e, musicalmente parlando, più elegante.
La grande passione per lo strumento a tasti delle storiche sinfonie, l’estrema auto-celebrazione connaturata nel suo personaggio e il percorso del conservatorio non completo ma continuamente rivangato si uniscono nella volontà di riproporre otto brani in versione pianoforte suonati dallo stesso Lazza che, riallacciandosi alla prima “Overtoure”, compone la seconda parte (“Over2re”) e la pubblica prima delle altre, posta in prima posizione nel repack, quasi a simboleggiare un nuovo inizio conscio di ciò che c’è stato prima.
L’eleganza del pianoforte e la grande dimestichezza dell’esecutore si accoppiano con un timbro leggermente greve che evoca immagini di strada grezze e grossolane; questa commistione a molti ha fatto storcere il naso, ma Lazza con tale prodotto ha deciso di sdoganare il limite autoimposto dalla mente dell’utente medio per mettersi in gioco in una maniera del tutto inedita al rap game italiano. La riediting del disco, oltre ad una maniacale riorganizzazione dello show offerto, comporterà infatti probabili scelte differenti in ambito di tour live. L’idea è che si potrebbero preconfigurare due tipi diversi di live per l’artista di Machete: il primo nei club in giro per lo stivale e un secondo tour, forse in parallelo, nei teatri delle città italiane dove sarà da solo sul palco a suonare il pianoforte e cantare.
In un certo senso il disco accontenta la fan base che chiedeva a gran voce altre performance con il piano, ma allo stesso tempo permette all’artista di farsi spazio in un ambiente tutto nuovo che gli permette di far suonare nuovi gli stessi brani della versione standard cambiando la strumentazione, fatta eccezione per il brano “Catrame” che oltre al featuring di Tedua, quest’ultimo presente anche nel progetto originale, vede l’aggiunta di Elodie, alla quale è affidata la cura del ritornello. Tutti i restanti brani sono, se si legge solo il testo, esattamente identici alla prima versione, ascoltando però le due varianti (con beat e con pianoforte) si percepisce il tutto in due maniere completamente differenti: il mood di “Re Mida Piano Solo” muta e di conseguenza si evolve anche l’attenzione che pone alle parole e al loro accento. L’atmosfera anche nei brani con gli argomenti meno impegnati si fa molto più seria e quasi conscious, denotando una grande versatilità e una gran bravura nel reinterpretare un suo prodotto di forma già compiuta. Il testo non funzionante in questo prodotto ben congegnato sono però i ritornelli che tendono quasi a stonare per la potenza che hanno, in alcune situazioni infatti finiscono per sovrastare forse in maniera eccessiva anche la melodia.
Nel complesso però risulta davvero un ottimo lavoro e un gran banco di prova utile a dimostrare un’abilità che solo lui, o pochi altri, possono vantare nella scena rap italiana.
(Ismail)
+ “Aurum”
“Aurum” è la prima delle due facce di una bellissima moneta d’oro. La repack è composta da cinque inediti tra cui presenti 2 tracce in collaborazione con Capo Plaza, Sfera Ebbasta e l’inaspettato Emis Killa, poiché Lazza apparteneva alla stessa etichetta discografica di quest’ultimo con il quale si pensava avesse disguidi. Il disco viene introdotto da “Ouver2re”, sequel di una delle tracce più popolari ed apprezzate dell’artista , che ci introduce il mood della seconda parte della riedizione del disco “Piano Solo”. In questa prima traccia Lazza affronta una sorta di denuncia sociale verso l’ipocrisia della gente che lo circonda, raccontando inoltre della propria ascesa e rivalsa nel mondo musicale in un climax musicale che esplode verso fine brano con un netto cambio di base che sposta la lente di ingrandimento su contenuti e tematiche molto più leggere e familiari. La traccia seguente “Gigolò” in collaborazione con gli hitmaker Capo Plaza e Sfera Ebbasta, è destinata a diventare un tormentone nei prossimi mesi, punta su argomenti e musicalità molto più semplici, orchestrata dall’ottimo ritornello dal rapper di Cinisello. Il terzo brano, “Dry (La Mia Ora)”, si presenta come un successore spirituale di “Gucci Ski Mask” poiché Lazza mostra sulla traccia la stessa attitudine e la medesima irruenza. Nel complesso, considerando le due tracce conclusive “Million Dollar” con Emis Killa e “Frio”, inclini a trattare l’autocelebrazione e la rivalsa personale, la repack di “Re Mida” si presenta come l’ennesima ottima prestazione del rapper e come ulteriore tassello qualitativo pronto per essere incastonato nel suo mosaico barocco utile a sfamare momentaneamente il pubblico in continua richiesta di nuova musica.
Come abbiamo detto più volte, parlare di disco dell’anno, oltre che fuorviante, è di per sé vacuo e sterile, ma in questo caso, l’intero progetto “Re Mida”, mette Lazza nella posizione di poter mostrare quel quid in più mancante alla scena e funzionale a poter piantare una vistosa bandierina nell’anno 2019 con su scritto “Lazza”.
Di Ismail Ezzaari e Alessandro Toso
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