La carriera solista di MadMan non è particolarmente splendente. Anzi, MM ha sempre creato uno scenario tutt’altro che solare nei propri dischi solisti, già a partire da “Escape From Heart” e anche nel suo nuovo progetto “Lonewolf”, a iniziare dalla cover del CD, MM ha scelto un robot, una specie di Gundam e come tale l’mc sembra aver perso qualsiasi capacità empatica e profondità emotiva:
Ostico e freddo come ‘sto posto che mi fa da specchio
Madman è diventato il Bender di “Futurama”, e come il robot del famoso cartone animato futuristico beve, fuma, e scopa proprio come il robot del futuro. Proprio come Bender non ha nessuna considerazione e sensibilità emotiva per l’altro, è privo di etica e morale di cui non può che farsi beffa, così come di ogni legge su cui si reggono le relazioni umane.
Il Lupo solitario di MM è l’individualismo che diventa condizione indispensabile e necessaria, che la si voglia vivere o meno. MM non critica l’individualismo, non critica chi non si fida dell’altro e pensa solo a stesso, ma vive dentro a tale condizione cedendo all’impossibilità di fidarsi dell’altro, specie dell’altro sesso, accettando la piattezza di un mondo fatto di relazioni superficiali.
MM «è pronto a sporcarsi le mani col fango» nel vero senso delle parole.
L’album di MadMan sembra uscito da una visione ossessivo-paranoica all’American Psycho, in cui la legge morale che regna è quella di “Homo homini lupus” cioè “l’uomo è un lupo per l’uomo”, e il proprio interesse, l’egoismo, è la bussola d’orientamento del suo agire nel mondo.
«Cristian Bale sul microfono»
MadMan – Bruce Wayne feat. thasup (Lonewolf, 2024)
Un solipsismo d’interessi che porta a trasformare il classico nemico immaginario dei rapper in una vittima di omicidio colposo “Serial Killer”. L’omicidio però non è compiuto in vista di un reale interesse personale, ma solo perché vivere nell’ambiente della paranoia
«È l’occasione che fa l’uomo ladro
MadMan – Good Vibe feat. Rik Rox & Mattaman (Lonewolf, 2024)
ognuno è come un quadro, più di qualcuno è falso
Vivo la paranoia come un habitat
ho amici per cui sono solo un bancomat»
e dell’individualismo non può portare che alla perdita di senso di cosa sia la vita, fino a disprezzarla e a giocarci per pura noia.
MM è proprio come un robot, e in “Lonewolf” sembra aver abbandonato ogni speranza emotiva verso l’altro, come verso il futuro. Sembra davvero che la lente interpretativa per dare il giusto valore all’ultimo album di MadMan sia quella di un paranoico e strafattissimo uomo d’affari, come il Patrick Bateman interpretato da Christian Bale in “American Psycho“.
MM come Bale nel film cult di Mary Harron, a metà strada tra il grottesco, il thriller, il noir e l’orrore è un lupo, un licantropo che nel plenilunio che, come Bateman, quando stacca da una giornata di lavoro in ufficio, fa emergere il peggio di sé stesso.
Il protagonista di American Psycho è un investement banker, un uomo in giacca e cravatta che lavora nel settore della borsa, degli investimenti. Il lato umano del protagonista sembra essere un lato del tutto accessorio, se non un requisito che deve essere totalmente assente in persone che si devono occupare d’affari senza alcuna attenzione alle implicazioni sociali, morali e umani dei contratti, asset, futures, e investimenti di cui si occupano.
Lo stesso lavoro che porta a pensare ad un’altra figura cinematografica che ricorda la medesima attitudine nichilista, allucinata e abbagliata dall’individualismo più spinto, che lavora nello stesso settore di Patrick Bateman, è il “Lupo di Wall Street” interpretato da Leonardo di Caprio nel film di Martin Scorsese.
Di Caprio interpreta il folle broker newyorkese Jordan Belfort, la cui moralità ed etica lascerebbe allibito, o meglio, affascinato lo stesso Bender. L’unica cosa che conta nella vita di Belfort è la propria avidità che porta il protagonista in una spirale infinita di guadagno-consumo, in cui è l’essere umano a uscire consumato dal proprio ambiente.
MM sembra oscillare proprio tra questi due estremi, vivendo nell’ambiente della paranoia come un lupo consapevole che l’unica cosa su cui si regge la sua realtà sociale è l’interesse dell’altro.
L’interesse personale porta a concepire le relazioni con l’altro femminile come un’attività sportiva, come cardio da fare in compagnia alla compagna occasionale. Da qui le rime edonistiche di MM, quest’ultime sgorgano a fiotti lungo lo scorrere dell’album, in cui la donna è l’oggetto sessuale costantemente presente, verso il quale non c’è da farsi tante illusioni sulla possibilità della condivisione di una visione del futuro che si protragga più in là di un ulteriore sfogo sessuale:
«mo’ cerco troie su Bumble
MadMan – Lonewolf (Lonewolf, 2024)
quando le ho rotte le cambio come le cover dell’iPhone […]
nulla di nobile in me, solo io che ti mordo il clitoride,
ci infilo un indice, poi dopo un pollice tipo una forbice,
e mi squirta in faccia, mi fa una maschera,
io sto pensando già a un’altra che è in Darsena».
Lo “Psicodramma” di MM infatti scaturisce dalla paura di ricadere nella visione di un futuro di coppia in cui – come ci racconta nel ritornello del pezzo in questione – la sua compagna ‘prova a farlo ricadere’ e da cui cerca di prendere le distanze viste le solite dinamiche e retoriche, che sarebbero i frammenti impazziti del discorso amoroso.
Non è un caso che “Utopia”, con Gemitaiz, sia una classica canzone-dedica alla propria metà complementare che evidenzia quanto la ricerca della fantomatica parte mancante sia irraggiungibile e, per l’appunto, utopistica.
Il primo ritornello del pezzo che apre “Lonewolf”, “Plenilunio”, ci porta un MM che è privo del suo branco e, in solitudine, cammina nei parchi passando l’ennesima notte in bianco, pronto a sporcarsi le mani per infangare i propri omicidi.
Nonostante la sua follia misogina, misantropica ed omicida sembra che MM, al contrario di Patrick Bateman e di Jordan Belfort, abbia il presentimento di una fine simile a quella di un altro uomo-lupo, ossia l’uomo bestia del film di Guillermo del Toro: “La fiera delle illusioni”.
Ma siccome dovrei dirvi il finale del film, no-spoiler.
Complimenti per la recensione, interessanti i riferimenti cinematografici.
L’album è godimento puro, bravo Mad!