Sembra strano, ma quello che per tanti era un fenomeno con tempo limitato, sta cercando di affermarsi con stabilità nel panorama rap italiano.
Quante volte avrete sentito dire che Diss Gacha sarebbe durato poco? Quante altre volte avete avuto la sensazione che queste persone potessero avere ragione? Io ne ho sentite tante e, per certi versi, anche io avevo iniziato a pensarlo.
Nonostante io abbia ascoltato e apprezzato “Cultura”, la sensazione che Diss Gacha potesse da un momento all’altro perdere quota l’ho sempre avuta. Il suo immaginario sembrava fragile, anche se nel progetto c’era stata volontà di contestualizzazione da parte del rapper di Avigliana classe ‘01.
Sicuramente, oltre a questa lieve impressione, il marasma musicale a cui ogni venerdì della settimana ci siamo dovuti abituare nel tempo, non mi ha permesso di concentrare tutta la mia attenzione nei confronti di Gabriele.
“Cultura Italiana Pt. 1” ha visto la luce il 31 maggio 2024, ed era stato anticipato da due singoli: “+++!” e “Opera” con Rosa Chemical e Greg Willen.
Il primo brano è il tipico banger di Diss Gacha, che sicuramente risulta molto identitario e unico nel suo genere in Italia; il secondo, invece, mi ha lasciato di stucco, proprio perché non mi immaginavo che Rosa e Gacha potessero dare vita a un sodalizio così funzionante, visti i due mondi (musicali) così distanti. Sul beat sapientemente prodotto dal fidato Sala e Greg Willen si distinguono i suoni caratterizzanti dell’opera e quelli incalzanti della polka, con sullo sfondo un tocco di bandiera a stelle strisce.
Mi permetto di prendere in prestito il linguaggio caratteristico di Gacha, “avevo captato bene”. Perché la dimensione su cui il progetto si poggia è proprio questo conflitto Italia-USA. Non stiamo parlando di un vero e proprio conflitto ad armi sguainate, ma bensì culturale, che convive nella figura del rapper piemontese, affascinato dagli States e oggetto di molti suoi viaggi. Esso è un conflitto di due lati che, hegelianamente parlando, va a sintetizzarsi.
Dal disco emerge molte volte questa questione, come se Gacha fosse il rappresentante di questa sintesi italo-americana, un po’ come Marcell Jacobs:
L’immagine mette insieme un concetto cardine del linguaggio di Gacha, il “correre”, e la doppia nazionalità del velocista, un po’ come l’artista che è un fiero italiano che si fa ispirare dagli States, colpevoli e orgogliosi di essere una delle maggiori fonti della black culture nel mondo.
E se in “Cultura” abbiamo avuto modo di godere dei richiami alla black culture e a tutti quei bacini artistici derivanti da questo immenso fiume che continua a scorrere, in “Cultura Italiana Pt.1” abbiamo una centralità incredibile dei suoni gospel quasi il doppio più predominanti di quanto fatto nel primo progetto dell’artista.
Vanno fatti i dovuti complimenti a Sala, che è indispensabile all’interno del progetto “Diss Gacha” e come anche Gabriele dice nell’incipit della prima strofa di “Mai!”
“Comincio col dire: ringrazio di cuore Sala per essere così trap”
Diss Gacha- “Mai!” (Cultura Italiana Pt. 1, 2024)
Il rapper stesso è consapevole di non poter essere quel che è adesso senza l’amico Sala, capace nella scelta delle influenze e dei samples adatti alla sua volontà di voler “trapiantare” la cultura in Italia, ma con il rispetto di chi non se ne appropria.
Un rispetto manifestato, quello di Gacha, che prende la forma di ispirazione per la sua musica e per la sua vita intera.
Cosa c’è di meglio di un ragazzo che ama la cultura hip hop e tutti i suoi valori senza dover per forza di cose fingersi il più real? Sicuramente Gabriele a volte si fa trasportare da accostamenti fantasiosi sulla figura di Sala e/o la sua:
“ah, mi sento Lil Baby ma bianco”
Diss Gacha-Opera feat. Rosa Chemical, Greg WIllen (Cultura Italiana Pt. 1, 2024)
“Sala e Gacha come Metro Boomin (Boomin) e 21 Savage”
Diss Gacha-+++! (Cultura Italiana Pt. 1, 2024)
Ma bisogna distinguere la fascinazione dal vero e proprio paragone, e sono quasi sicuro che queste barre sono quasi un gioco o una provocazione da parte di Gacha nei confronti di chi ancora non è pronto a “captare”.
Un elemento che trovo molto caratterizzante nel disco è la scelta da parte del rapper di voler collaborare con pochi artisti e, finalmente, diversi dai soliti nomi che si vedono nelle tracklist ogni venerdì.
Rosa Chemical, Izi e Vegas Jones hanno dimostrato tutti e tre di condividere con Gacha una visione simile, tanto da essere disposti a mettere al servizio la loro voce e le loro barre al suo linguaggio caratteristico:
(Izi)
Casa mi chiama, qua sto esportando cultura italiana
Come se fosse sostanza illegale
Però cura le anime, evapora il male, ehi(Vegas)
Diss Gacha – Spirito Puro feat.Izi, Vegas Jones (Cultura Italiana Pt. 1, 2024)
Le cazzate hanno le gambe corte (Oh-oh)
E io ho appena preso scarpe nuove (No, no)
Corro verso le mia redenzione (Focus)
e addirittura Rosa Chemical chiede a Gabriele come se la cava con la sua sporca “Ah, ah”:
(Rosa Chemical:)
Ah, senti qui: “Eh, eh”(Diss Gacha:)
Diss Gacha – Opera feat. Rosa Chemical (Cultura Italiana Pt. 1, 2024)
No, Rosa, ti sbagli, fa: “Ah, ah” (A’ight)
(Rosa Chemical:)
Ah-ah (Ah), scusami, stavo captando (Bu, pauh)
Discorso a parte, va per forza fatto per Wiz Khalifa, unico feat USA dell’album, che sembra essere sul disco per dare effettivamente quel tocco di americanità e black culture che, volenti o nolenti, Gacha e Sala non potevano dare.
Diss Gacha è un rapper che si fa portavoce di una rivoluzione culturale senza distruggere ciò che c’era prima in Italia, portando una diversa visione musicale senza cancellare, anzi, citando, chi prima di lui ci aveva provato coi propri modi a “portare l’America in Italia”, come la scena 2016:
Tu vuoi un beat di Sala
Diss Gacha- 4Sheesh (Cultura Italiana Pt. 1, 2024)
Ma non lo sai usare, non credo che faccia per te
Non posso non soffermarmi, poi, su “2 minuti e 10”, brano che rappresenta un passo importante per l’artista, proprio perché non avevamo mai sentito un Gacha così intimo. Nel brano viene descritto un momento in cui Gabriele si trova insieme a Sala in studio, lontano da casa, e gli viene da ripensare a tutti i suoi affetti, dalla sua vera famiglia ai suoi ballas:
Mi manca mia mamma, gli abbracci, il poterle rispondere sempre
Diss Gacha- 2 minuti e 10 (Cultura italiana Pt.1, 2024)
Mi manca dare quello che meriterebbe alla mia ragazza
Un ragazzo presente, un calore perenne
Dare a mio fratello piccolo un fratello con cui crescere
A mio fratello grande il mio piccolo senza successo
[…]
Poter rispondere a tutti i Ballas, parlarci, sentirmi più vicino
Sentire le storie di mio nonno ancora una volta, cucinare con mia nonna
Non li vado mai a trovare al cimitero
Essere egoista alle volte è la cosa più giusta che puoi fare, ma non so dove mi porterà
[…]
Tante volte ho mentito a mio padre, nel suo cuore so cosa significa
Anche se non ci siamo capiti, so che a lui basterebbe una briciola
Che suo figlio sia felice e sudi una maglia oppure una camicia
È felice a vedermi su un palco, io felice che mi stia guardando
Emerge anche, in maniera definitiva nella outro di “Cultura Italiana Pt.1” e con dei cenni negli altri brani, la fede in Dio dell’artista, della quale non si vergogna:
Credo in Dio e me ne vanto perché per me è un po’ un vanto
Diss Gacha- 2 minuti e 10 (Cultura italiana Pt.1, 2024)
Piango poco e rido tanto, farò presto una Lambo
A mio parere, questo brano, rappresenta il caldo abbraccio tra il personaggio Diss Gacha e Gabriele Pastero, alla fine di un percorso di congiunzione all’interno del disco.
“Cultura Italiana Pt.1” rappresenta un passo in avanti nella carriera di Diss Gacha nella definizione del suo immaginario e nella sua creazione artistica in toto. La seconda parte conserverà l’alto livello raggiunto dalla prima? Quale sarà il prossimo tocco di Gacha al suo progetto? Siamo incredibilmente curiosi. Buona fortuna Gacha.
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