Recensione di Neverland
Secondo il principio dell’attrazione magnetica, due magneti coi poli opposti si attraggono, aumentando così notevolmente la loro potenza. Questo valido, oggettivo, e semplice assioma può essere traslato senza cambiarne il significato anche all’interno della musica ed in particolar modo alla scena italiana. Nello specifico, ciò è accaduto anche tra Sick Luke e Mecna che, grazie al loro estro ed alla loro fantasia, hanno dato vita a “Neverland”, il loro primo album ufficiale in combo.
Facendo qualche passo indietro, è doveroso ripercorrere parte delle carriere di entrambi, in modo da fornire un brevissimo excursus sui loro background : Sick Luke, italoamericano di origine ma nativo di Londra e romano doc, figlio del rapper Duke Montana, viene dalla parte più raw della scena rap italiana producendo in lungo e in largo fin dalla tenera età, sia in Italia che all’estero, ma affermando il suo nome in maniera nazionale all’interno della Dark Polo Gang; Mecna, invece, foggiano come l’epiteto Zemanlandia (aggettivo derivante dallo spettacolo del gioco offerto dall’allenatore boemo Zdenek Zeman durante il periodo alla guida dei satanelli pugliesi) e il figlio di una espressività più sperimentale e conscious, anche a causa della militanza in Blue Nox e dall’affiliazione con Unlimited Struggle. La loro commistione potrebbe far strocere il naso a parte del pubblico, ma un occhio più attento non avrà potuto non notare un grande tratto in comune, ossia il fatto di dividere gli ascoltatori, tra chi ama la loro musica e chi la detesta totalmente.
Come affermato dallo stesso Corrado Grilli durante il primo episodio di “Niente di strano”, la collaborazione è nata dallo stesso artista pugliese, stupito dal fatto che la Dark Polo Gang e i loro soci abbiano letteralmente rotto gli schemi del rap italiano incastonato in mille cliché. Da ciò, infatti, nasce il loro primo pezzo, “Akureyri” (toponimo di una città islandese), ed in seguito “Pazzo di te”. I due prodotti – in particolar modo il secondo – vengono apprezzati notevolmente dalla critica, consolidando l’unione tra i due artisti anche da parte del pubblico.
Entrando più nello specifico, il disco si presenta con un’insolita copertina rispetto ai precedenti lavori del cantante del Sud Italia : un ragazzo è intento a “cambiare il colore degli occhi”, un po’ come a voler significare il desiderio di cambiamento di vedere il mondo e di prendere coscienza che la realtà circostante muti anche in base a come la si osserva; questo potrebbe anche simboleggiare la volontà di mutamento quasi a tutto tondo sul campo musicale.
Il disco si presenta estremamente compatto dal punto di vista musicale, portando gli artisti a dirigersi verso terre fino a quel momento inesplorate da nessuno dei due e trascinando l’ascoltatore nel territorio di Neverland, mondo e stato mentale creati durante la lavorazione della loro fatica.
Mecna e l’amore sono un po’ come Lebron James e i record da infrangere, in altre parole : strettamente legati, anche se in questo album c’è molto meno sogno e più consapevolezza. Infatti, a differenza di “Blue Karaoke” e in particolare dal pazzo “Tu ed io” in cui affermava di non aver fatto di sé stesso la sua cosa preferita, vi è una esponenziale crescita mentale da parte sua che, in totale sicurezza, nella traccia “Canzone in lacrime” afferma di non essere più lo stesso e di essere finalmente diventato la sua copertina.
Morfologicamente parlando, a livello contenutistico, c’è un continuo affermare di voler cambiare pagina col passato e di non aver più voglia di rimanere impantanato ed imbrigliato in questioni di poco conto, preferendo di guardare in avanti invece che indietro; asserzioni ferree nel novero voler il classico e basilare successo solo per riempire il proprio ego e il preferire scrivere dischi solo sotto impulsi reali, come nel suo caso lo è la tristezza; ed infine tanti sassolini tolti dalle scarpe a causa di tanti luoghi comuni attorno alla sua nomea.
Il mondo nuovo, citando Neffa, creato dai due artisti crea una nuova dimensione anche a livello di strumentali poiché Sick Luke edifica dei monumenti differenti per ogni traccia, passando da monumenti più pop e sperimentali fino a tratti strettamente rap, come in “Si baciano tutti” e “Non dormo mai”, molto vicini ai primi lavori ufficiali del cantante foggiano. Ma bypassando ciò, l’album presenta ben 7 featuring a dare il loro contributo e ad arricchire il corpus; essi sono : Marïna, gli Psicologi, Voodoo Kid, Coco, Luchè, Tedua e Generic Animal.
Meritano una menzione speciale Tedua e gli Psicologi : il primo – oltre ad una strofa di pregevole fattura con tecnica sopraffina – afferma di essere anche un prodotto dell’ascolto della musica dello stesso Mecna e del suo socio Ghemon, vivendo quindi la presenza in “Neverland” come una consacrazione e un riconoscimento; i secondi, invece, meritano delle parole dedicate per via della loro continua e rapida ascesa in totale silenzio, anche se la presenza nell’album non farà altro che accendere ulteriori riflettori sul gruppo.
Attraverso “Neverland”, Sick Luke potrà definitivamente consolidare il suo nome nella scena musicale italiana e Mecna potrà – finalmente – prendersi ciò che gli spetta e che gli è sempre mancato, a causa di una visione troppo futuristica ed americana per una nazione che ancora fatica a non ancorarsi a convinzioni oramai decadute e per via di una stampa sempre troppo restia a premiare l’originalità ogni volta che la ha davanti
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