Tempo di lettura: 4 minuti ⏱
In un periodo di sostanziale quietismo per la musica rap, dove la paura di insuccesso legata alla quarantena sembra sorpassare l’esigenza di pubblicare, Dani Faiv sorprende un po’ tutti e, a un giorno dalla sua uscita, annuncia l’imminente distribuzione digitale dell’EP Scusate. Composto di 7 tracce, con la notevole durata complessiva di 22 minuti e oltre, l’extended play anticipa di più di un mese l’album vero e proprio, “Scusate se esistiamo”, in uscita il 29 maggio.
Una strategia che coglie un po’ tutti di sorpresa, ma ha illustri precedenti, sia nella discografia italiana (si pensi a Tedua con “Aspettando Orange County”) sia – e molto di più – in quella statunitense, dove pare vigere un certo culto del mixtape, a noi non del tutto noto (si prenda a titolo di esempio Travis Scott con “Days Before Rodeo”). D’altra parte, non desta stupore che ad azzardarla sia stato il rapper ligure classe ’93: più di chiunque altro, forse, Dani Faiv ci ha abituato alla sua originalità spesso spiazzante e un’abilità indiscussa nell’esondare da ogni categoria con cui si voglia cristallizzare la sua natura multiforme. L’EP, che probabilmente confluirà nel disco in uscita alla fine del prossimo mese, è il prologo di un progetto ambizioso, che nel complessivo conterà 18 tracce: una massa densissima, quale non se ne vedeva da tempo nella scena nostrana. Assolutamente fuori dagli schemi è anche una serie di scelte concernenti l’album, che inevitabilmente catalizza l’attenzione del pubblico italiano su un progetto in potenza notevole, e certamente interessante: su tutte, la presenza nella tracklist della propria fidanzata (Luana) e di uno stand-up comedian (Filippo Giardina), nonché il ritorno di un featuring preziosissimo come quello di Vegas Jones; inoltre, e altrettanto sorprendentemente, per la prima volta figura il nome del rapper romano Gemitaiz come producer (nella decima traccia ‘Buonanotte’, assieme a Strage).
Partendo dall’assunto che è difficile lasciare una traccia consistente in una raccolta di pochi brani, diremo in primo luogo che, invece, ‘Scusate’ reca in sé il segno tangibile di una personalità che pian piano sta trovando una sua forma, dopo anni di sperimentalismo multidirezionale; di più: qui troviamo, forse per la prima volta davvero, l’abbozzo dell’identità di Dani Faiv, che abbiamo imparato a conoscere come fluida e assolutamente esuberante. Il cupo un po’ sofferto della copertina di ‘The waiter’ (la prima personalità) incrocia la policromia caleidoscopica di ‘Fruit Joint’ (la seconda) per sedimentarsi in ‘Scusate’ in un rosso mediano, ma sicuramente potente, che si situa idealmente in successione al fuoco di MM4. In altre parole: il Dani Faiv introspettivo e a tratti penetrante si fonde con l’esorbitante (e poco credibile) dispensatore di felicità in un profilo reale che non è più informe. Tutto questo, col gusto eclettico e sregolato cui ci ha abituato, disinteressandosi del momento difficile e di qualsiasi tipo di schematizzazione: come recita il cameriere dello skit che apre ‘Sorrisi di plastica’ – traccia n.3 di ‘The waiter’ –, Beh, non è proprio una gran filosofia, lo so. Ma… Fanculo! Posso vivere la mia vita a modo mio, se voglio. Fanculo! E non vi azzardate a seguirmi!. L’una volta cameriere si è tolto l’abito che lo vincolava come portatore di felicità e spensieratezza, per ritrovarsi più in profondità.
“Ho un campo di opportunità per cogliere l’attimo / Ma devo farlo adesso, quindi”: Dani Faiv azzanna la fetta che gli spetta e, nel farlo, non esce mai dalla famiglia in cui – probabilmente – si è riscoperto come uomo adulto e come artista. L’EP è infatti, prima di tutto, un omaggio al gruppo MACHETE, di cui fa parte ormai da anni: le produzioni sono per lo più affidate a Strage, producer barese classe ’92 che ormai si sta affermando come colonna portante della Machete Empire (si ricordi il suo pregevolissimo contributo a Machete Mixtape 4 e, soprattutto, a GarbAge). A questo proposito, bisogna notare due fatti. In primo luogo, eccezion fatta per la presenza capitolina di Gianni Bismark, i luoghi di chi canta incrociano la nascita e lo sviluppo professionale della Machete: la Sardegna (Hell Raton, Salmo) e Milano (Jake la Furia, Jack the Smoker, Nitro, Lazza). In secondo luogo, è significativo notare come la “posse track” sia tutta affidata alla generazione dei “figli”, senza il controllo onnipervasivo del “papà” Salmo: testimonianza questa del fatto che i figli hanno vita anche fuori dall’ombra del “padre”. Sulla potentissima strumentale dell’altro giovane Low Kidd, ‘Machete mob’ porta nel titolo l’incrocio dell’elemento antico (Machete) e più recente (333 Mob); inno alla punchline aggressiva e fine a se stessa, all’incastro tecnico ed irriverente, si chiude sulla voce ormai iper-sperimentale di Nitro con un canto alla famiglia: “C’è una cosa che so / È che sto bene con il Mob / E Machete è la mia home”.
Scusate EP è anche la dimostrazione che Dani Faiv non è solamente il suo timbro, che tanto carezza l’allegria, ma è anche tecnica, flow e, in alcuni punti, scrittura. Nelle tracce più introspettive, senza mancare – come è sua abitudine – di spezzare il conscious con la rima assolutamente spensierata ed inconsistente, ha modo di mettere a nudo le sue debolezze e i suoi sentimenti, quelli al di là della maschera della pretesa felicità, assumendo talvolta l’interessante posa di un giovane saggio che sputa sentenze e provoca, alla maniera del suo amico Nitro: su tutti, segnaliamo ‘Polvere e detriti’, che vede un monumentale ritorno della indefessa penna meneghina di Jake la Furia, e la traccia conclusiva ‘Super’, un inedito calderone di riflessioni che non mancano affatto di spessore. Se “Cercavo una via per suonare / c’era un’energia da sfogare” e “Io cerco un’altra via, un’altra prospettiva” rispetto a quella di un gregge che “spesso sbaglia e finisce dalle iene / soprattutto se non c’è un pastore che lo guida bene”, forse quel cameriere esuberante è sul punto di scoprire per sé un’identità vera, se non altro quella di “quel nessuno che stupisce in pubblico”.
Infine, è possibile e doveroso muovere critiche all’EP – su tutte, a nostro avviso, a ‘Cioilflow’, potenziale hit non adeguatamente finalizzata – ed è presumibile che la ricezione non sarà omogenea, ma abbiamo provato a fornirvi una serie di motivi per cui è opportuno ascoltare ‘Scusate’ svestendolo dei pregiudizi che normalmente si associano al suo autore ed è ragionevole crearsi aspettative per un album che, uscendo con originalità dalla comfort zone della Machete (nessun artista nella tracklist vi appartiene), possa finalmente dire chi davvero sia Dani Faiv.
Seguici su Instagram!
Un articolo di Marco Palombelli e Alessandro Toso
Nessun commento!