Esistono artisti che godono di un consenso così ampio per i quali l’aspetto della fidelizzazione può sembrare secondario, ce ne sono poi altri per cui invece rappresenta l’elisir del successo, e Mecna rientra tra i secondi.
“Stupido Amore”, il suo nuovo album, è una dedica a sé stesso e ai suoi fan. Lo è stato dal principio, anche prima dell’uscita: originale e fuori dal coro la scelta di organizzare degli showcase antecedenti alla pubblicazione destinati alla sua nicchia di fedeli, dato che solo chi aveva acquistato il disco a scatola chiusa con annesso Pass per l’esibizione poteva accedervi. Questa scelta ha reso il tutto più intimo e personale, un ambiente perfetto per dedicarsi le canzoni a vicenda.
Il tema della dedica, poi, è ricorrente all’interno del disco. Partendo da “Nessuno vuole morire mai” con Guè, in cui l’artista foggiano usa la sua musica come fosse un testamento (“E se dovessi scomparire per sempre ti avrò lasciato questa musica, queste parole che non valgono niente, più niente per te”); ma c’è anche “Canzone da dedicare” che ha un titolo abbastanza autoreferenziale: qui Mecna prende le parti di chi è più fragile, è la canzone di un amore che non lo è più, delle carenze d’affetto, di chi non ha più la forza.
Anche in “Oceano Adriatico” è presente la dedica, ma in questo caso s’incrocia con il ricordo, o forse è meglio parlare di nostalgia, ma una nostalgia diversa da quella tipicamente romantica che affibbiamo alla sua musica: il tempo che divora, i sorrisi fuori fuoco, i versi rappati da Mecna sono uno spaccato sulla sua quotidianità, approfonditi con aneddoti ancor più personali e citazioni al suo passato musicale ma a cui ogni ascoltatore può sentirsi collegato, fino ad arrivare poi alla chiosa finale.
“Oceano adriatico, avvera ogni mio sogno se l’avrò desiderato
Mecna – Oceano Adriatico (“Stupido Amore”,2023)
Ricordami chi sono e quanto sono cambiato
Anche se non sono cambiato.”
Un diverso aspetto che ha stupito, ma forse neanche troppo, è la presenza massiccia di rap e derivati: oltre alle varie strofe rappate, cosa che Mecna non ha mai abbandonato del tutto, impossibile non sobbalzare alla citazione ad “Aspettando il sole” di Neffa in “Ciò che splende”. “Stupido Amore” è forse il suo disco più rap dai tempi di “Laska“, ma questo al massimo è un fatto, non un aspetto per definire o meno la qualità del disco di un’artista come Mecna che, seppur difficile da definire, si è sempre mostrato legato alle origini e aperto al cambiamento, abituando così anche i suoi fan a sapere cosa aspettarsi ma, allo stesso tempo, a sapersi stupire.
In fondo, senza girarci intorno, “Stupido Amore” è il disco di Mecna per i fan di Mecna. Nonostante all’interno abbia tanti aspetti nuovi, il pacchetto risulta rimanere simile e questo non è per forza un aspetto negativo. Soprattutto perché si poteva prospettare un futuro meno genuino e più radiofonico, ma le due cose Mecna riesce a incastrarle e riesce a rimanere sé stesso: perché bisogna apprezzare la propria nicchia per rimanerci davvero in eterno, una volta che nel gioco, oramai, c’è entrato da tempo.
La prima sensazione che arriva dopo diversi ascolti è che manchi qualcosa al disco, non si può definire, ma allo stesso tempo si percepiscono picchi di scrittura degni del miglior Mecna e una compattezza che lo rendono forse uno dei progetti migliori dell’artista foggiano. Poteva sembrare scontato, ma qualche soddisfazione se l’è tolta nel tempo recente e la paura di un appiattimento era comprensibile, invece Mecna ha smentito i dubbiosi, sarà che la nostalgia dell’Adriatico ha fatto il suo sporco dovere.
“Il successo è sempre ingiusto per come ce ne parlavano” canta in “Oceano Adriatico”, suggerendo un po’ di insoddisfazione per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato; oppure, meno tragicamente, per ciò che avrebbe dovuto essere per come i media ci hanno formato. Il successo di Mecna non sono i numeri, è il suo saper rispondere agli stimoli senza farsi accecare dal successo degli altri. Perché a volte è meglio tornare a sentire il rumore di casa, meno caotico e inquinato rispetto alla stazione centrale di Milano, piuttosto che inseguire qualcosa che non si è.
Nessun commento!