8 barre che fanno di “The Black Slim Shady”, il dissing di The Game a Eminem, un brano poco credibile
Com’è noto, negli ultimi giorni l’universo hip hop è stato visibilmente scosso, non tanto dal rilascio di “DRILLMATIC Heart vs. Mind“, ultimo album in studio di The Game, quanto dalla sua già celebre diss track “The Black Slim Shady“, lunga 10 minuti di riproduzione ed indirizzata, come suggerito dal titolo, a Marshall Bruce Mathers III, in arte Eminem. Dunque, in seguito alle dichiarazioni rilasciate negli ultimi mesi ai microfoni di Drink Champs, Game sembra che abbia voluto passare dalle parole ai fatti, cercando di dimostrare a se stesso e al mondo intero di essere artisticamente superiore al noto rapper di Detroit. Ciò che non convince, d’altronde, è l’improvvisa comparsa di un beef che ha praticamente preso forma dalla sola volontà dell’artista originario di Compton, e senza una ragione ben precisa a sorreggerne le fondamenta. Gli attestati di stima condivisi pubblicamente negli scorsi anni, infatti, sembrano oggi essere poco più che un lontano ricordo per Game, sempre più determinato a volersi spingere fino in fondo in tale questione, e a rendersi, ove possibile, persino più ridicolo di un certo Machine Gun Kelly. Per quale ragione?
Affidiamoci pure alle parole dello stesso Game per comprendere la scarsa credibilità di “The Black Slim Shady“, il nuovo dissing a Eminem più caldo d’America.
“Non sei nella top 5, nella mia trovi B.I.G. o Pac“.
E se non trovi spazio nella “Top 5 rappers of all time” targata The Game, c’è poco da fare: non sarai mai un vero mc. Ma, come ben sappiamo, le classifiche sono sempre volte a rispecchiare i gusti soggettivi di un ascoltatore, e Game sembra fare finta di non averlo ancora capito, costringendosi al medesimo comportamento di un bambino viziato di 8 anni. Una fine, dopotutto, a dir poco impietosa per un rapper del suo calibro. Eminem, d’altro canto, troverebbe ancora spazio nella top 5 di numerosi rapper attivi e non nella scena hip hop mondiale, per non parlare dei numerosi attestati di stima ricevuti dagli ambienti extra-rap di tutto il mondo. Siamo sicuri che si possa dire lo stesso del buon vecchio Game? Siamo sicuri che, sotto questo punto di vista, sia anche solo possibile un paragone fra i due?
“Una cosa che non potrai mai avere è questa pelle scura“.
Vediamo un po’. Eminem non ha mai desiderato una pelle diversa dalla sua. Eminem è lo stesso che in passato ha usato considerarsi un ospite all’interno della cultura hip hop, di nota derivazione black. La stessa cultura che per anni, con l’aiuto e il beneplacito di importanti personaggi del settore musicale, ha dominato grazie alle innegabili capacità liriche e di hitmaking di cui è provvisto. Dunque, servirsi ancora una volta del colore della propria pelle alla stessa stregua di un’arma offensiva, nei confronti di un artista che non ha mai inteso trarre vantaggio dal cosiddetto “white privilege“, è quanto di più subdolo e meschino si possa porre in essere. Una sorta di accusa alla Benzino 2.0. E sappiamo tutti come andò a finire.
P.s. chiedete a mezza Europa, Italia compresa, di appendere il microfono al chiodo: perché, a quanto pare, secondo Game, il colore della pelle non permetterebbe a nessun rapper bianco di abbracciare con rispetto la cultura.
“The renegade or the soldier, I really gave it to Hova”
È chiaro che improvvisamente, in ottica dissing, tutti appaiano migliori di Eminem agli occhi di Game, se non fosse che il confronto con Jigga, avvenuto in “Renegade” nel 2001, sancì la netta superiorità del rapper bianco per la maggior parte degli appassionati di musica hip hop di quel periodo. Ed è senz’altro strano che Game non si sia ricordato di aver sostenuto un’opinione simile fino a qualche anno fa, quando in realtà metteva tutti in guardia da un eventuale confronto con l’ex biondino di Detroit. Le cose devono proprio cambiare più in fretta di quel che crediamo.
“Preferisco ascoltare Snitch9ine tipo 69 volte”
Non vogliamo certo mettere bocca sulle perversioni di The Game. Crediamo che si commentino di gran lunga già da sole. Pertanto, non è necessario aggiungere altro.
“Non ho mai sentito un tuo pezzo al club o al bar“.
Non sappiamo quali bar abbia frequentato il buon Game nel corso della sua travagliata esistenza, ma in quelli frequentati da noi, in tempi non sospetti, Eminem era solito dominare le classifiche, le playlist e le trasmissioni televisive a tema musicale con una certa onnipresenza, diventata forse, talvolta comprensibilmente, fastidiosa per qualcuno. Mentre sul lato dei club, crediamo che la questione sia più semplice di quanto si possa immaginare: Eminem non è, né tantomeno è mai stato un hitmaker da club. Ma non ditelo a The Game: continuerà a vantarsi di “How We Do” e “The Documentary“, unico progetto di minima rilevanza mai rilasciato dal losangelino.
“Il miglior rapper di Detroit: quel riconoscimento è di Sean Don (Big Sean)“
È chiaro che nessuno di noi – così come nessuno in USA – abbia davvero preso sul serio la barra appena riportata, ma siamo sicuri che Game, pur di avvalorare le proprie tesi e convinzioni, sia disposto a cedere quel titolo persino a Sada Baby. E la cosa è di per sé molto triste. Ma l’abbiamo già detto poc’anzi: è chiaro che improvvisamente, in ottica dissing, tutti appaiano migliori di Eminem agli occhi del buon Game.
“Ha tutti gli amici più neri, vuole essere africano“.
Sul serio: Nick Cannon ha avuto più dignità. Forse anche Mgk.
“23 anni e ancora non hai impatto sulla cultura“
L’autogoal per eccellenza. Stando alle barre/dichiarazioni di Game, Eminem avrebbe avuto un impatto pressoché nullo sulla cultura hip hop. Pensate, poi. Un impatto tanto scarso da intitolare la propria diss track ad uno degli alter ego più famosi ed iconici della storia del rap: Slim Shady. Un alter ego di proprietà di Eminem. Dunque, serve davvero porre una serie, praticamente infinita, di argomentazioni valide contro una simile falsità? Possiamo davvero parlare di un rapper ininfluente, laddove il suo avversario più recente decida di impostare una diss track sulle immaginarie vicende di “Stan” e “Bad Guy”, due marchi di fabbrica del rapper di Detroit? Al contrario, però, è doveroso chiedersi, e non senza una profonda tristezza: ma The Game durante la sua carriera ha mai avuto il minimo impatto sulla cultura hip hop?
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