In preparazione alla recensione di Botox, abbiamo deciso di analizzare il percorso musicale di Night Skinny, in modo da fare un quadro generale sulla carriera artistica del produttore molisano. Nelle righe seguenti, infatti, esamineremo le sfaccettature principali della sua cifra stilistica e visione artistica.
Se, a differenza di diversi altri colleghi italiani, il nome di Night Skinny si è imposto quasi al livello dei rapper, ciò lo si deve alla sua caparbietà ma soprattutto all’unicità dell’artista di Termoli. Tuttavia, la carriera di Skinny ha vissuto momenti diversi nel corso degli anni, passando dal produrre musica nei primissimi anni 2000 in cui la “depressione discografica” e la pirateria avevano messo in ginocchio l’industria fino a realizzarsi in toto con progetti come “Mattoni”, arrivato a sfondare anche le 100.000 copie vendute, e il neonato “Botox”.
Come affermato da egli stesso in un workshop in collaborazione tra Noisey e Havana Club, prima di realizzare il primo vero album ufficiale è stato importante far girare il proprio nome piazzando produzioni e collaborazioni sempre più rilevanti e importanti. Il merito di Skinny risiede prevalentemente nell’aver creduto e riesumato i producer album in un periodo storico laddove nemmeno quelli dei rapper italiani avevano grossi riscontri commerciali. Da “Metropolis Stepson” a “Botox”, in questi album di Night Skinny vi sono delle istantanee e modi di concepire la musica così diversi che sembra di paragonare due situazioni agli antipodi. Oggi l’industria musicale è florida, ma prima del 2016, dell’enorme interesse mediatico e delle classifiche dominate da questo genere il rap italiano era tornato a vivere una fase stantia in cui anche nei dischi più importanti era sempre presente una traccia che strizzava l’occhio alle radio, così da vendere copie in più. Ed è in questo contesto che arriva “Zero Kills”, il primo vero grande statement del produttore. Al suo interno, il disco condensa tutta l’essenza del Night Skinny post 2010, unendo vecchia e nuova scena dell’epoca facendo passare il testimone da leggende come Lord Bean e i Casino Royale a giovani in rampa di lancio quali Achille Lauro, pronto a essere dirompente, di rottura per tutta la scena musicale. Lo stesso “Zero Kills” però venne fagocitato dalla premessa iniziale, ovvero delle poche copie vendute nonostante gli enormi sforzi profusi e il grande apprezzamento dagli addetti ai lavori. Per entrare più nel dettaglio, Night Skinny ha più volte rivelato che “Zero Kills” non gli permetteva nemmeno di pagarsi l’affitto.
Dal 2016, però, è la svolta: dopo l’uscita dell’album di Night Skinny, “Zero Kills” (2014), seguono due anni di quasi totale inattività, a parte qualche produzione. L’arrivo di rapper come Rkomi, Tedua e Izi e della loro capacità di imporsi ha fatto riaccendere nel producer una fiamma che si stava spegnendo progressivamente. Infatti, se pensiamo a questi artisti, il collegamento con il produttore molisano è immediato, consegnando al pubblico un produttore che, nonostante la differenza di età, è riuscito a comprendere i giovani e farsi trasportare nel loro mondo. A ciò si deve il successo di “Pezzi” prima e “Mattoni”, che consacrano definitivamente Skinny tra i migliori produttori del panorama italiano.
Oramai, è innegabile l’influenza sia sui produttori ma anche sui rapper, portando il prodotto Night Skinny a essere rilevante per tutta la scena ogni qualvolta esca un progetto o un singolo. In questo, vi è la sua capacità di fotografare musicalmente dei momenti storici per il rap italiano ma apportando come forse mai prima a tale livello l’arte del sampling. Lo stesso artista ha sostenuto a più riprese di averne fatto un tratto saliente, come agli albori dell’Hip Hop, in un momento in cui è più rapido utilizzare banche di suoni scaricate dai meandri dell’internet per rifarsi al produttore più in voga in luogo della ricerca del proprio stile personale. Ed è proprio qui che Skinny arriva primo al traguardo perché dal primo disco a oggi il digging è di dimensioni mastodontiche, come si può notare anche nel documentario per “Zero Kills”, realizzato da Noisey, in cui uno dei campioni presenti nel disco proviene dalla musica turca.
Grazie al lavoro e alla meticolosità di artisti come Night Skinny e Mace oggi è possibile che anche un album di un produttore possa diventare multiplatino. Ma ancora di più: l’importanza è ancora maggiore perché non si tratta di compilation, bensì di concept delineati e portati a compimento in ogni traccia del progetto.
Per approfondimenti su “Botox”, invece, vi rimandiamo alla recensione in uscita a breve.
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