Quante cose non si sanno o si danno per scontate nei meccanismi che coinvolgono l’industria musicale? In merito a questo e molto altro, ho avuto il piacere di intervistare Gianluca Tamà, A&R di Warner, con cui abbiamo parlato del suo percorso personale e dell’importanza di essere un A&R.
Abbiamo parlato anche di Tony Boy, fresco di disco d’oro con “Nostalgia”, ma anche di un astro nascente come Digital Astro (scusate il gioco di parole), di tempismo e di come si sviluppa una carriera artistica. Buona lettura.
L’idea di questa intervista parte dal fatto che è super interessante per chi ci legge scoprire un po’ la tua professione; quindi, ti chiedo inizialmente chi è e cosa fa l’A&R?
Parto dicendo che soprattutto in questo momento storico è una professione molto dinamica per la quale devi avere tante skills di diverso tipo, sia sotto il punto di vista umano che professionale.
Per quanto riguarda quello professionale, è necessario avere un forte orecchio e la capacità di riconoscere la canzone giusta al momento giusto, la potenziale hit, però questa è un’abilità che costruisci con il tempo e puoi sbagliare mille volte come tutti. Soprattutto nel nostro ruolo il più forte è quello che sbaglia di meno, non quello che ne fa più giuste potenzialmente.
È altrettanto importante saper organizzare delle sessioni con le persone giuste per andare alla ricerca di un determinato suono, oppure trovare la giusta collaborazione per far sì che un artista si posizioni. Tutta una serie di cose che hanno l’obiettivo comune di cercare di incrementare il percorso di un artista.
Per quanto riguarda invece l’aspetto umano, è un ruolo che ti mette davanti mille sfide, perché magari devi parlare con la persona più importante del mercato e subito dopo ti trovi ad affrontare un discorso con l’amico manager del rapper emergente. Devi essere versatile, questa skill qui o ce l’hai o non ce l’hai, però comunque poi puoi sempre impararla con il tempo. Questa è una panoramica generale di quello che fa un A&R.
Entrando nello specifico della catena musicale, l’A&R si occupa prettamente della parte musicale e anche di tutta la parte artwork, ovvero tutta l’estetica poi della canzone in sé. Poi c’è anche comunque tutta una parte relativa allo scouting che è un elemento fondamentale. Secondo me l’elemento principale che porta avanti il ruolo di un A&R è la fame: la fame di informarsi, la fame di tenersi in aggiornamento, la fame di scoprire nuovi trend e allo stesso tempo la fame di arrivare prima sui nuovi artisti emergenti.
Come sei arrivato ad essere A&R in Warner? Racconta un po’ il tuo percorso.
Io vengo da tutt’altro, ho studiato economia, però ho sempre avuto una grande passione per la musica e tra l’altro ho scritto anche di musica; quindi ero anche un tuo collega ai tempi, scrivevo per una pagina e questo mi ha portato a sviluppare una rete di contatti che soprattutto in questo momento mi sta tornando molto utile, anche per capire come muovermi all’interno dell’industria musicale. Ad un certo punto della mia vita mi sono chiesto se volessi dedicarmi effettivamente alla mia passione, quindi ho mollato tutto e mi sono iscritto in SAE a Milano e ho fatto un master in Music Business. Durante la SAE, Warner in quel momento cercava una figura da stagista, mi sono candidato e fortunatamente poi è andata bene.
Non è un segreto, fai parte del team di lavoro di Tony Boy. Com’è nato il vostro rapporto professionale?
Penso di non aver mai conosciuto una persona così d’oro e così riconoscente come Tony, soprattutto verso le persone che gli gravitano intorno. Io sono entrato sul progetto dalla deluxe di “Umile”, la quale era andata molto bene.
Penso che lui sia uno degli artisti con la “A” maiuscola veramente, ha un talento che, secondo me, hanno in pochi, ha delle idee geniali ed è bello confrontarsi con lui. Ti dà anche molti spunti e tante volte ha ragione sulle scelte, per esempio “Nostalgia (export)” è stata un’idea che era partita da lui sul fatto di regalare degli spoiler e far sì che poi questi spoiler componessero un vero e proprio album. Noi l’abbiamo seguito, è stato veramente figo e abbiamo ottenuto dei risultati che non ci aspettavamo, tanto che comunque è diventato oro.
Hai introdotto la domanda successiva. L’oro di “Nostalgia (export)” è un risultato che vi aspettavate?
Tony è un artista che ha veramente una fan base incredibile che lo segue su ogni singola mossa che fa, già alla settimana d’esordio eravamo primi in classifica. Ci aspettavamo un risultato anche perché comunque è un progetto qualitativamente alto, oggettivamente. Un disco, secondo me, bellissimo. Ce l’aspettavamo, sì, però non con questi tempi. Adesso, in questo momento, stiamo veramente lavorando tantissimo. Siamo veramente felici di quello che abbiamo fatto.
Penso che ormai il pubblico se ne sia accorto e soprattutto l’ambiente e gli artisti si sono veramente accorti del talento di Tony, anche perché comunque adesso è sui maggiori dischi e, secondo me, quello che ci aspetta è un qualcosa di enorme e siamo gasati, siamo felici di quello che abbiamo fatto ma sappiamo che siamo letteralmente al 10% di quello che sarà poi la sua evoluzione.
Certo, è ancora l’inizio diciamo, poi c’è sempre il discorso della fame che mi dicevi prima, se non c’hai fame non vai.
Esattamente, è quel concetto. Ti faccio anche l’esempio di Digital Astro, stiamo veramente lavorando tantissimo, lui è un fenomeno. Penso che Digital Astro e Tony Boy siano veramente due talenti, bisogna vederli in studio per capirlo.
Sì anche lui è un altro che dà le vibes della Next Big Thing, nel senso di un altro profilo che può andare veramente molto in alto.
Assolutamente sì.
La creazione del progetto e dell’identità di un artista è frutto di tanto lavoro, ma tu da addetto nel settore quanto pensi che incidano la fortuna e il tempismo nella riuscita di un progetto artistico?
Ogni artista ha la propria carriera e ha il proprio tempismo, non c’è una formula esatta per esplodere o far sì che un progetto esploda prima degli altri, è questione di strategia, di fare le cose giuste al momento giusto, di non bruciare le tappe. La fortuna devi anche andartela a cercare, niente viene per caso.
Anche dietro la viralità in un certo senso c’è sempre un lavoro di strategia, un lavoro di pianificazione, quindi la fortuna conta ma allo stesso tempo devi fare in modo che la fortuna ti assista. Qualsiasi cosa può essere virale potenzialmente e l’artista e il management ci passano settimane e mesi a pensare a qualcosa che poi possa esplodere, quindi sì, fortuna sì, ma devi andartela comunque cercare.
Invece quanto incide la figura dell’A&R rispetto a tutti gli altri fattori? Non voglio usare il termine “sottovalutato” perché è un po’ inflazionato, però l’A&R è l’uomo dietro le quinte e magari se ne parla poco. Probabilmente questa è anche una cosa positiva perché lavorare nell’ombra, nel silenzio, vi aiuta.
È una figura fondamentale, poi sembra veramente un ruolo sottovalutato perché siamo dietro le quinte, ma comunque dettiamo i tempi dei progetti e li guidiamo. Poi chiaramente le decisioni poi sullo specifico singolo, sulla strategia e il resto comunque vengono prese insieme al management, all’artista, al reparto del marketing, insieme a tutti gli altri reparti. Non so, è un ruolo molto fondamentale. Non dico “se non ci fossimo noi…”, però per far sì che un progetto riesca bene e ci sia comunque armonia e tutto fili liscio, una figura come l’A&R è fondamentale.
Prima tu hai parlato di alcune skills che ritieni siano necessarie, ad esempio il saper mantenere delle relazioni di vario tipo, il saper avere anche orecchio in un certo senso. Quali qualità, magari anche più umane, pensi che deve avere una persona per essere un bravo A&R?
Senz’altro il fatto di sapersi rapportare veramente con qualsiasi persona. Quella è una cosa fondamentale, ma soprattutto in qualche modo devi trattare tutti allo stesso modo. So che è difficile, però potenzialmente devi riuscire a dare la giusta importanza a tutti. Se parli anche con il dirigente, in qualche modo devi avere sempre la stessa attitude di quando parli con il manager del rapper emergente. Poi non lo so, per esempio io venendo dal mondo dell’economia, mi viene più facile tenere sotto controllo tutti i budget, tutto l’aspetto burocratico, tutto l’aspetto della contrattualistica, quello mi viene molto naturale avendo un background molto economico.
Poi un altro elemento fondamentale è quello di mantenere sempre un clima armonico. Questo è fondamentale per far sì che si lavori bene, anche perché poi nella confusione non si lavora mai bene. Quindi è un po’ questo: essere una persona organizzata, dettare i tempi, essere trasparente, essere molto onesto nei pareri e non essere uno “yes man”.
Anche comunque cercare di instaurare un rapporto di fiducia con i management, con gli artisti, per far sì che il tuo parere e la tua parola abbiano un peso. Bisogna saper stare al mondo, mantenere buoni rapporti, essere sempre onesto, trasparente e cercare di mantenere più armonia possibile all’interno dei progetti. Questo è in linea generale.
Cosa consigli nello specifico a chi ambisce a fare questa professione?
Quello che posso consigliare è di essere curiosi, ma proprio in maniera quasi maniacale. Devi essere maniacale su tutto, sulle classifiche, sui dati, sugli artisti, su chi è un artista, chi c’è dietro quell’artista. Se riesci ad estrapolare tutte queste informazioni sai come funziona, sai chi c’è dietro, sai chi sono i personaggi e diciamo che la curiosità è quella per me. Io quando ero nella mia cameretta ero super curioso di capire, di sapere di chi fossero i manager più forti, di chi c’era dietro il rapper “X”, sotto quale etichetta era l’emergente, chi stava trattando quell’artista lì.
Poi un’altra cosa è fare, nel senso che iniziare con il Rapper “X” ti permette comunque di scoprire tanti piccoli passaggi della filiera, banalmente capire cosa vuol dire andare in studio, poi andare a cercare un fonico che ti fa il mix e il master, tutta una serie di cose che ti permettono di arrivare in major con tante nozioni che già hai imparato da indipendente.
Quindi la cosa giusta è fare, nel senso che più ti metti in gioco più scopri cose, più scopri nozioni, più conosci gente e aumenti la tua rete di contatti; quindi, questo senz’altro è un altro consiglio che posso dare. Ma anche partecipare agli eventi, essere sul campo, magari quando ci sono delle occasioni per conoscere gente del settore, farsi vedere, cioè quello è fondamentale per noi.
Un’altra cosa che è ben accetta è il fatto di avere nuove idee sul futuro, sullo sviluppo del mercato, perché secondo me poi la differenza che fa spiccare una A&R è quella di anticipare tutti, quindi essere proprio pronto sul futuro e di come si può evolvere il mercato musicale. Anche avere l’occasione di presentare questi progetti a delle persone che lavorano in major e fargli rizzare le antenne sul tuo progetto può essere una buona idea, potenzialmente. That’s it.
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