A un giorno dall’uscita di “Figlio Maschio” abbiamo avuto la possibilità di avere un’intervista con Giaime, di fargli alcune domande e di farci raccontare qual è il percorso che ha permesso al disco di prendere forma e di sapere qualcosa in più riguardo alle vibrazioni e alle influenze che ascolteremo.
Dopo 3 anni di produzione esclusiva di singoli, eccenzion fatta per “Mula EP” (che comunque ne seguiva la direzione artistica) i tempi erano maturi, in quanto sia l’artista che i suoi fan più affezionati sentivano il bisogno, naturalmente per motivi diversi, di culminare questo triennio con un lavoro più corposo. Stando a quanto raccontato da Giaime, la necessità percepita era quella di produrre un disco che rappresentasse il tipo di musica che l’artista (ma non solo, anche il suo team di lavoro, primo fra tutti Andry The Hitmaker) vorrà proporre in futuro, con la speranza e l’intenzione di arrivare non solo alla sua fanbase, ma anche a una serie di potenziali nuovi ascoltatori, anche non necessariamente affini al genere rap, per quanto comunque il disco abbia una componente preminente di questo genere.
L’album si presenterà estremamente vario, sia in termini di argomenti che di sound, con atmosfere che vanno dal reggaeton, presente nella traccia “Quando”, prodotta dai The Ceasars, duo di producer abruzzesi, come lo stesso Giaime, che porta un pezzo della sua terra natia all’interno del disco e la fa suonare in una maniera meno italiana, passando per il conscious rap, in pezzi come “Sequel” (con Nashley) e “Club Hotel”, fino al Rap “nineties” di “Lacrima”, prodotta da Big Joe e che vede la collaborazione di un veterano come Gué Pequeno, arrivando anche a sonorità Pop Punk in stile Sum 41 in “Mamma (Scusa Se)”.
Il titolo è semplice quanto esplicativo: “Figlio Unico” esprime Giaime come unico figlio maschio della sua famiglia, senza alcun riferimento a discorsi di genere, ma anche alla figura del disco come prole creativa esclusiva della sua nuova figura artistica. La cover segue questa scia: una semplice immagine di sè davanti ad un cielo sereno, che ci fa capire come il protagonista unico di questo lavoro sia esso stesso, col suo vissuto e i suoi obiettivi, arricchito dall’osservazione di ciò che lo circonda.
Abbiamo chiesto a Giaime quali tracce siano state maggiormente impegnative in termini di sperimentazione e il rapper, in maniera molto diretta, ci ha raccontato che la composizione del disco ha avuto inizio ad agosto 2020, portando avanti una gestazione di circa 7-8 mesi, in cui le figure musicali di maggiore ispirazione sono state Drake, Post Malone e Bad Bunny. Nell’arco di questi mesi la lavorazione di tutte le tracce è stata vissuta in modo sereno con alcuni brani definiti come come “una sfida, un mettersi alla prova“, ma che alla fine si sono rivelati un vero e proprio divertimento, con meno difficoltà rispetto a pezzi più canonici. Gli esempi perfetti che ci porta all’attenzione sono “Mamma (Scusa Se)” in quanto a sperimentazione e “Wonderful” per quanto riguarda la lavorazione a più riprese, iniziato a luglio 2020 e finito nei primi mesi del nuovo anno. A riguardo ci spiega come questo sia una delle tracce a cui è più affezionato grazie all’atmosfera magica, quasi eterea e spirituale, che la contraddistingue, costruita e delineata da Marz e Zef, su cui danzano due delle strofe, a detta sua, più belle che abbia mai scritto.
Per quanto riguarda i featuring Giaime ci dice come siano stati tutti scelti sulla base del sound: i due mostri sacri del genere (Gué e Jake) sono stati scelti per ripercorrere il rap di un tempo e lasciarsi trasportare dalla nostalgia, Nashley, con il quale aveva già collaborato con ottimi risultati, è stato selezionato con l’intento di rendergli un omaggio ospitandolo nel disco e le due ragazze (Rose Villain e Chadia Rodriguez), scelte per mettere ulteriormente in vista la componente femminile della scena italiana in cui, a detta sua, la componente maschile prevarica nettamente quella femminile rispetto all’estero.
Alla nostra domanda se questo disco sia un punto di arrivo del percorso già iniziato con i singoli e poi proseguito con l’EP o un punto di partenza per una nuova fase della propria carriera, Giaime ci spiega come i singoli avessero l’intenzione di allargare il proprio bacino di pubblico e arrivare alla gente, mentre con questo disco il rapper abruzzese vuole dare una vera e propria svolta, non solo dal punto di vista dei numeri ma anche da quello artistico, con l’intenzione di proseguire da qui in avanti con un percorso più canonico rispetto ai colleghi, quindi con maggior probabilità di nuovi dischi e meno singoli.
Tirando le fila del discorso e dando uno sguardo complessivo a “Figlio Maschio”, Giaime lo definisce come un disco leggero, che scorre bene dall’inizio alla fine alternando varie atmosfere e sound, ma con elementi particolarmente conscious e personali ad arricchirlo e a renderlo introspettivo e ricco di contenuto. Aspettiamoci quindi un album bilanciato, che ci farà ballare ma anche riflettere, che farà conoscere meglio Giaime ai suoi fan e che lo presenterà a chi non ha mai sentito parlare di lui. “Figlio Unico” è il racconto del suo mondo fatto in modo diretto, sincero e avvalorato da nuova consapevolezza data dalle sperimentazioni di nuovi sound, un album che vuole dare voce a tutte le sfaccettature dell’artista e della persona dietro di questo.
Di Simone Molina
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