Sfera Ebbasta, Ghali, Tedua, Izi, Rkomi, Dark Polo Gang, questi sono i nomi che hanno caratterizzato il biennio 2015/2016.
Il 2015 è stato l’anno dell’inizio di una delle trasformazioni più importanti della scena rap italiana che ha portato una ventata di freschezza in relazione all’attitudine, allo stile e agli schemi imposti dall’ultimo decennio, con l’avvento di un affiatato gruppo di emergenti, altamente coesi e variegati dal punto di vista stilistico.
La sperimentazione è l’aspetto principale su cui vertono le fondamenta delle carriere degli artisti sopracitati, a partire dall’acclamato “XDVR”, il quale riuscì a portare in alto un sottogenere ancora sconosciuto nella Penisola.
Perché il 2016 è ritenuto un anno così importante per il rap italiano?
Cos’altro è stato fondamentale nel biennio 2015/2016 per portare il rap italiano così in alto e determinando così l’inizio di una nuova era?
I nuovi volti della scena sono riusciti ad importare e arricchire una nuova ondata di suoni, stili e flow uniti ad una visione di tematiche e di attitudine che premia l’ostentazione e la vanità, creando una sottile, quanto importante, differenza tra persona e personaggio, esaltando eccessivamente quest’ultimo. In un’opulenza sfrenatamente sfoggiata tra vestiti e oggetti di consumo, diventò cruciale il ruolo delle grandi aziende di streetwear, le quali videro nel nuovo “trend” un ottimo mercato in cui operare. I repentini cambiamenti spostarono l’attenzione mediatica, e di conseguenza, l’opinione generale su questo “nuovo” genere, il quale ricevette molteplici critiche, soprattuto da parte delle generazioni precedenti ai millennials; fu proprio tale ciclone mediatico a conferire grande notorietà alla nuova ondata di artisti in tutto lo Stivale.
Il 2016 si è presentato come un terreno fertile su cui, alcune delle nuove leve, hanno potuto innestare la propria carriera e la propria fanbase, sfatando l’opinione sulla precoce morte artistica degli esponenti della “Nuova Scuola”. Ulteriore merito che bisogna riconoscere alla “nuova scena” è l’aver saputo attribuire al producer maggiore importanza, ponendolo allo stesso livello dei rapper, elevandolo così a protagonista e parte integrante di brani, album e progetti; tutto questo unito ad una elevata gratitudine e rispetto verso il proprio quartiere o luogo di nascita che diventa teatro di esperienze e descrizioni.
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Foto di repertorio con Dark Polo Gang, Izi, Tedua e Rkomi tutti riuniti
Il 2019 è stato il palco su cui i nuovi emergenti si sono presentati alla scena italiana, spesso con brani definiti “banger”, ricordando il brulicare del 2015, battendo una strada pronta ad essere solcata da nuovi stili. I rappresentanti principali delle nuove sfumature del rap italiano sono: Massimo Pericolo, Shiva, Speranza, Madame, FSK e Paky. Queste nuove leve rappresentano, seppur con le dovute differenze, un chiaro parallelismo con alcuni artisti che, a metà del decennio passato compivano i loro primi passi all’interno di questo genere, per poi riproporsi nel 2019 con progetti di un elevato spessore, fino ad addentrandosi in generi ancora inesplorati per loro; un esempio lampante è stato “Dove Gli Occhi Non Arrivano” di Rkomi, che ha rappresentato una completa metamorfosi della sua sfera artistica.
Una chiara panoramica, sugli artisti in ascesa nel 2019, e allo stesso tempo i rapper che si sono confermati negli ultimi 12 mesi, è “Machete Mixtape Vol.4”, della Machete Empire e “Mattoni” di The Night Skinny. Entrambi gli album si sono posti come una foto di gruppo di alcuni dei rapper più promettenti della “nuova scena ” e dei volti “convocati del Rap-Game 2020”.
È lecito quindi chiedersi cosa riserverà il 2020? Se sarà o meno il nuovo 2016? Cosa ci aspettiamo e cosa vorremmo che si realizzasse in questo nuovo anno? Innanzitutto, completa unione e comprensione del rap all’interno della società e del panorama musicale italiano; non sarebbe da escludere, infatti l’incontro di due generazioni diametralmente opposte in una collaborazione tra Sfera Ebbasta e un pilastro delle musica italiana come Vasco Rossi, constatando l’emancipazione e l’accettazione del genere. Ci auguriamo che una completa approvazione democratica del rap, all’intero della cultura italiana, porti alla distinzione e al riconoscimento di un’identità del genere, finalmente giunto ad una tale maturità da poter influenzare le altre scene europee. Ci auspichiamo inoltre, il ritorno di progetti sperimentali, mixtape e joint album. Il nostro ultimo augurio, è che venga dato più spazio e più importanza alle etichette indipendenti, ponendo un freno all’oligopolio delle grandi major.
Il 2020 sarà indubbiamente uno degli anni più prolifici per quanto riguarda la mole e la qualità dei progetti hip-hop, tra i lavori più attesi è doveroso citare gli album di: Sfera Ebbasta, Tedua, Ernia, Ghali, Side Baby, Tony Effe, Shiva, Madame e molti altri.
Di Ismail Ezzaari e Alessandro Toso
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