Un simbionte è un organismo che vive necessariamente un rapporto, non necessariamente di reciproco vantaggio, con un altro organismo per continuare a sostentarsi. Funghi, batteri, microrganismi vari rientrano in questa definizione, ma il motivo per cui questo termine è conosciuto da quasi chiunque è di certo Venom.
Il personaggio Marvel Comics creato nel 1988 (in realtà ’84, ma questa è un’altra storia) da David Michielinie e Todd McFarlane fa parte di una razza aliena di organismi informi che per sopravvivere sono costretti a legarsi ad un ospite, sono appunto simbionti come abbiamo detto, al quale conferiscono vari vantaggi (più energia, forza, intuizione…) in cambio di un marginale controllo sulle emozioni del soggetto, rendendolo più vanesio, aggressivo, egoista, e violento.
Come è facilmente intuibile, il personaggio era un’analogia verso il grande demone degli anni ’80: l’eroina. Il nome del resto, “venom”, cioè “veleno”, è abbastanza esplicativo.
Oggi faremo la stessa cosa che Michielinie e McFarlane hanno fatto con Venom, ossia usarlo come mezzo per parlare d’altro, se una volta era l’eroina, oggi, non me ne voglia per l’infelice paragone, è Fedez, il villain della scena rap italiana.
Riccardo e Francesco vi hanno già raccontato di Mr. Lucia sotto varie luci, sappiamo del suo rapporto con la politica e della sua relazione ambigua con l’hip hop. Oggi invece, ragioneremo per andare a smontare l’idea che il nostro sia un “one man army”, vedremo chi sono stati gli ospiti del nostro simbionte milanese e come questi lo hanno influenzato e come lui ha influenzato loro.
La genesi del Fedez Villain della scena rap italiana
Il Peter Parker del Nostro è senza dubbio l’Hip Hop stesso, il primo amore (o meglio, quello che lo sembrava). Saltanto tutta la gavetta alla quale ha dedicato abbondante spazio Riccardo (ma ricordiamo un’amicizia con Emis Killa ed un EP presentato da Vincenzo da via Anfossi), andiamo direttamente al punto.
14 Luglio 2011, il canale YouTube TantaRobaLabel carica il suo primo video, “TANTA ROBA“, nient’altro. Nel video Guè (fu) Pequeno e DJ Harsh, rispettivamente alla destra ed alla sinistra di Fedez, annunciano la nascita di questa nuova etichetta, “Da chi ama questa cultura per chi la ama“.
Fedez non è tra i fondatori come ci si potrebbe aspettare oggi, in quell’ultima estate della seconda repubblica, lui è l’astro nascente, il primo artista prodotto dall’etichetta indipendente(più o meno) di una delle colonne portanti del rap italiano.
Il rapporto con Guè in quel primo periodo sembra quasi fraterno, il maggiore, Guè, accompagna Fedez a muovere i suoi primi passi nella scena che conta: quasi tutta la Dogo Gang nel disco, numerose collaborazioni, anche successive all’uscita di Fedez da Tanta Roba ed un tour insieme trainato dalla super hit di Fedez in coppia con Guè “Pensavo fosse amore invece…“.
Tutte le cose belle però sono destinate a finire, Fedez avrà degli attriti con Fabri Fibra che sfoceranno in un dissing (“Dai Cazzo Federico” e “Veleno per Topic” le frecce nella faretra di Fedez, “Il rap nel mio paese” la risposta di Fibra), e pian piano verrà sempre più allontanato da quella scena che lo ha cresciuto, vuoi per differenze ideologiche, vuoi per un percorso artistico che i pionieri dell’hip hop hanno rigettato, ma insomma, Fedez inizierà a dire di non essere un rapper e la scena ne sarà ben contenta in un primo momento.
Venom incontra il suo ospite più celebre, Eddie Brock, sul luogo di lavoro del suo ospite attuale e vi si legherà dopo essere stato respinto. Ironico che Fedez incontrerà J-Ax proprio in studio.
Quella tra Fedez e l’ex Articolo 31 sarà una delle collaborazioni più controverse, ma allo stesso tempo profittevoli della musica italiana tutta. Ed ecco che la nostra coppia, attirandosi tante inimicizie, come Marracash e Salmo, proprio come la loro controparte fumettistica, si ritaglia il ruolo di villain della scena.
Il duo riuscirà a portarsi a casa San Siro ed innumerevoli certificazioni, consacrando “Comunisti col Rolex” come uno dei più grandi successi dell’anno e rispolverando il nome di J-Ax anche per i giovanissimi, oltre a dare a Fedez un riconoscimento che in quegli anni per la scena era impensabile, quello nazionale dei grandi media. In questo periodo i due si reinventano giudici, rispettivamente di X-Factor e The Voice, raggiungendo anche chi del rap, ma in generale, delle uscite musicali, non interessa poi tanto. Fedez è una figura pubblica ormai.
Siamo ancora circa nello stesso periodo, quando vediamo Fedez avvicinare un altro artista, non un pioniere ma un giovanissimo sulla cresta dell’onda pronto a fare grandi cose. Ed ecco che iniziano a vedersi insieme nelle storie, li vediamo in studio, uscire insieme ed ecco che l’inevitabile avviene, Fedez e Tedua insieme firmeranno “Che cazzo ridi“, con Trippie Redd che fa una strofa ed i Blink-182 nel campione, prima, e “Sapore” poi. Entrambe successi ovviamente, la formula Fedez sembra inarrestabile.
Ma perché c’è il bisogno di erigere Fedez a villain della scena?
Prima di giungere a conclusioni voglio raccontare un ultimo ospite del nostro Venom tricolore:
l’ultimo ospite di Venom è Flash Thompson, ex compagno di scuola di Peter Parker nonché suo rivale, non un villain, diciamo piuttosto un suo analogo in competizione. Stiamo parlando di Salmo.
Le similitudini tra il protagonista della nostra avventura e lo showman sardo si sprecano, dal background punk, alle scelte editoriali fino addirittura alle etichette per cui firmeranno. I due, nel momento in cui Fedez ha iniziato a ricoprire il ruolo di “villain“, non si limiteranno mai, purtroppo però, litigando solo sui social e mai nelle barre.
Poi il tempo passa, storie insieme, invitati agli stessi eventi, le frecciatine spariscono ed era quindi ovvio che “Sanremo Freestyle” e “Viola” sarebbero prima o poi venute alla luce; la formula non si smentisce. Il primo è un brano rap aggressivo ed impegnato socialmente, prodotto da Salmo ed eseguito da Fedez in occasione del festival di Sanremo 2023, il secondo invece è una hit dal sapore pop punk che va ad ironizzare proprio sull’odio pregresso tra i due.
Nel giorno in cui scrivo di Fedez, il nostro villain è al lavoro ad un nuovo progetto: un Joint album phonk con Taxi B.
Sembra quasi che non riesca a reggersi sulle sue gambe, ma sarà vero?
Lavorare in collaborazione con qualcuno è canonicamente più semplice, due teste ragionano meglio di una. Ma siamo certi che sia sempre stato Fedez ad aver bisogno degli altri? J-Ax dopo 25 anni di carriera deve a lui il primo San Siro, a Guè serviva un artista giovane e forte per lanciare la sua etichetta, là dentro c’erano Ensi, Salmo, Gemitaiz ed altro, ma la punta di diamante scelta da Guè è stato Fedez. Taxi B in questo momento della sua carriera non fa di certo i numeri che faceva con l’FSK, e potrei continuare.
Allora perché è così odiato nonostante abbia fatto anche cose buone? Ci viene in soccorso ancora la letteratura, non Michielin e McFarlane questa volta, ma Umberto Eco.
“Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria. L’odio è la vera passione primordiale. E’ l’amore che è una situazione anomala. Per questo Cristo è stato ucciso: parlava contro natura. Non si ama qualcuno per tutta la vita, da questa speranza impossibile nascono adulterio, matricidio, tradimento dell’amico…Invece si può odiare qualcuno per tutta la vita. Purché sia sempre là a rinfocolare il nostro odio. L’odio riscalda il cuore.”
Umberto Eco – Il cimitero di Praga, 2010
Fedez, il più coerente della scena nell’essere incoerente, sarà sempre odiato, ma è lì da quindici anni e tra quindici ci sarà ancora, perchè proprio non ne possiamo fare a meno.
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