Mi approccio alla scrittura di questo articolo dopo aver avuto il disco in cuffia per molto tempo nella giornata di oggi. È da quando mi sono svegliato che ho in riproduzione “Ancora Vivi” di Gianni Bismark, il sesto disco in studio del rapper e cantautore romano, e mi ha davvero allietato la giornata.
Penso che questo sia proprio un disco “da mattina”, uno di quelli che ascolti con le cuffiette appena sveglio mentre ti prepari per la giornata – che possa essere impegnativa o meno – e sono sicuro che appena fermerai lo scorrere del progetto, non sarai imbronciato, anzi imparerai ad apprezzare anche le cose più semplici della tua realtà.
Dopo 2 anni di distanza dalle scene, Gianni Bismark ritorna con un progetto ambizioso. 14 brani in cui ha diviso la base con solamente 3 colleghi, appartenenti a universi musicali diversi, capaci di racchiudere al meglio la miscellanea proposta musicale di Tiziano, senza coprire la luce dei riflettori interamente puntati su di lui.
Tra le collab abbiamo la certezza Franco126, il suo lato più romano della sua musica, incarna la sua retorica popolare romana; il rapper Massimo Pericolo, artista terra terra come lui che è stato capace di saper vedere nei dettagli della vita semplice molto più dell’apparenza, in questa specifica immagine, è anche il lato più sporco di asfalto; il cantautore Giuliano Sangiorgi, storico frontman dei Negramaro, in questo caso simbolo della capacità e potenzialità di Gianni di riuscire a toccare le corde emotive di un pubblico anche più generalista e diverso dalla sua nicchia di partenza più legata al mondo urban.

“Ancora Vivi” è un risveglio di chi ha sempre avuto nelle sue intenzioni artistiche una sola volontà, quella di mettere del proprio senza starsi a limitare da un’etichetta definita. Secondo me, siamo davanti alla sintesi artistica di un Gianni Nazionale sempre più cantautore e meno rapper, ma sempre e solamente “Gianni Nazionale” e nessun altro, conservando una genuinità fuori dal normale. Voce, testo e strumenti si sposano e rinnovano la canzone popolare romana con la coscienza di un ragazzo che ama Roma e si identifica con la quotidianità e la semplicità.
Gianni Bismark ha sempre reso protagonista della sua musica sé stesso senza indossare particolari maschere, senza starsi a lavare la faccia. Come dice in “Baretto”:
So’ ancora un ragazzo der baretto, secco
Gianni Bismark – Baretto (ancora vivi, 2025)
e lui ne è consapevole. In questo progetto infatti secondo me, la sua coerenza artistica assume ancora più forza, dato che Gianni riesce ad essere chi è sempre stato senza dover cambiare nettamente i generi dei suoi brani nel disco.
Se in “Andata e Ritorno”, come disse nella nostra intervista, c’era una netta divisione tra una parte più rap e un’altra più cantautoriale, Gianni è arrivato a tal punto di saper gestire queste sue due vene musicali senza doverle scindere, ma facendole interagire costantemente per tutto il disco, a tratti di più e a tratti di meno.
Ho cucinato pe’ un intero esercito (Ah, ah)
Gianni Bismark – Non Ce Pensà Proprio (Ancora Vivi, 2025)
Ho ‘contentato chi n’ c’aveva ‘n euro
So’ il nuovo Cristo de sto rap moderno
Conscio del suo pubblico di riferimento e della sua dimensione, Gianni B non ha bisogno di stare a spiegare con parole difficili la sua realtà, a lui bastano le immagini, come quella de “il nuovo Cristo de sto rap moderno”, perché sta con le persone senza distinzioni categoriali, dagli ultimi ai primi, dagli ultras della Roma agli chef stellati:
Quando parlavo mica che scherzavo
Gianni Bismark – Quante Ce Ne Siamo Dette (Ancora Vivi, 2025)
Prima i cori allo stadio, dopo allo stellato
Chiama er Martini che ancora glie devo un abbraccio
Una tematica ricorrente nella discografia di Gianni Bismark è la difficoltà di conciliare la necessità di calore e vicinanza affettiva con il desiderio di indipendenza. “Meno solo (Freestyle)” nel 2020 chiudeva la tracklist di “Nati Diversi” e iniziava con queste barre:
Ho sempre avuto dei problemi con le donne
Gianni Bismark – Meno Solo (Freestyle) (Nati Diversi, 2020)
Non so’ fatto pe’ sta’ co’ qualcuno
Sto bene solo mentre dormi
Quando torno a casa e dico che ti amo
Devi ringraziare solo l’alcol
In “Ultimo Bacio”, chiusura di “Ancora Vivi”, Tiziano rimarca la sua attuale condizione di solitudine sentimentale, ma in questo caso parla esplicitamente di essersi scelto questa condizione, rimanendo solo, consapevole dei suoi limiti affettivi:
Ho scelto di sta’ solo pe’ un motivo
Gianni Bismark – Ultimo Bacio (Ancora Vivi,2025)
Ti amo così tanto che non te lo dico
Sai, a volte è meglio se sto zitto
Non riesco a datte altro
Forse è meglio che ora me ne vado
Così tutto il resto lo risparmio
E tutto ciò che non cambia, rimane uguale, perché se in “Meno Solo” Gianni B “abbracciava un fratellino pe’ sentisse meno solo”, non manca neanche in questo disco la capacità di Gianni di portare nei racconti di sé anche le persone che hanno condiviso con lui tappe importanti della sua esistenza.
Un racconto di chi non è nessuno di unico, perché “semo fatti cor pennello” dice, ma ha avuto la capacità di andare avanti e di uscire da “‘na giungla dove se n’ te svegli resti fermo”, portando con sé anche coloro che lo abbracciavano per non farlo sentire solo.
In una scena musicale di attori della propria parte, uscite come “Ancora Vivi” di Gianni Bismark ricordano al pubblico che c’è ancora chi fa le proprie scelte musicali per il piacere di essere sé stessi senza preoccuparsi delle mere strategie di marketing.
Gianni Bismark consolida il suo status di cantautore sporco di asfalto, riuscendo a racchiudere nella sua musica un film pregno di vita popolare e a tratti quasi proverbiale. E non c’è alcun green screen, gli scenari sono la Roma di Tiziano Minghi, quella de’ tutti.
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