Recensione di Vita Vera
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Ogni opera che si rispetti necessita di un proemio, un prologo, un’anticipazione. Su tutte, la “Divina Commedia” di Dante (resa “divina” dall’aggettivo postpost da Boccaccio) venne anticipata da “La Vita Nova”, opera narrativa che racconta l’amore impossibile di Dante per Beatrice, prima della morte di lei.
Analogamente per il suo progetto, omonimo del classico medievale, Tedua rilascia “Vita Vera -Aspettando la Divina Commedia“, un mixtape di 22 tracce che anticipa appunto il suo prossimo lavoro.
Accompagnato da molte collaborazioni non sempre all’altezza, con Vita Vera Tedua realizza un’opera ricca di sperimentazioni e rimandi al passato, riuscendo a camminare sul filo del presente senza mai cadere troppo da una parte o dall’altra, ma anzi dimostrandosi l’abilissimo funambolo che è.
Il viaggio nel tempo resta un pilastro anche in senso inverso in quanto nella prima parte del prodotto (quella rilasciata il 5 Giugno 2020) l’autore guarda verso il futuro, con una dose di sperimentazione maggiore rispetto alla seguente (la parte aggiuntiva rilasciata il 12 Giugno 2020), in cui il rapper genovese guarda più verso il passato con maggiori rimandi ai suoi lavori più introspettivi e personali.
Musicalmente anche si respira la stessa atmosfera, un viaggio che dagli anni ottanta arriva al duemilaventi arricchito di influenze interessanti gestite con intelligenza da parte di Chris Nolan e Sick Luke, i due producers più presenti all’interno del progetto.
Non a caso ho usato il termine viaggio, Tedua accompagnato dal suo Virgilio, ovvero il suo rapper preferito, Dargen D’Amico, e da tanti Cavalcanti molto talentuosi come Ernia, Rkomi, Bresh e molti altri, compie un vero e proprio viaggio attraverso il tempo più che attraverso lo spazio, non a caso la prima traccia del prodotto preso per intero si chiama “La Story Infinita“, nella quale, oltre a campionare la colonna sonora del celebre film, vi è un rimando al beat del suo primo mixtape “Aspettando Orange County”.
L’Orange County, per chi non lo sapesse, è una contea dello stato della California e nella visione del rapper Genovese potrebbe essere proprio quello il paradiso presente alla fine dell’opera Dantesca. O magari il paradiso è il successo commerciale, quindi potremmo vedere nella famosa strofa pronta che Sfera fece per Tedua l’apparizione di una Beatrice in chiave musicale?
Molte altre teorie circolano riguardo il numero di brani mancanti, sicuramente 11 o 12, per mantenere il formato delle cantiche dantesche (ndr. la “Divina Commedia” di Dante è composta da 34 cantiche infernali, compresa l’introduzione, 33 cantiche del purgatorio e 33 cantiche del paradiso).
Le speculazioni sul futuro progetto ufficiale sono moltissime e ad averle sapute alimentare è stato senza dubbio un merito di Tedua, che si dimostra ancora una volta un maestro nel creare aspettativa. Caricarsi sulle spalle un titolo così importante è sicuramente un grande compito, il rischio di poter sfigurare o di non rendere al massimo il concept preannunciato c’è, ma ciò che ci auguriamo è la sua massima riuscita, perché un lavoro simile non può che rianimare la scena e alzare l’asticella della difficoltà.
Come si evince da “2020 Freestyle”, Tedua ama quel che fa, e si sa, L’amore move il cielo e l’altre stelle.
Un articolo di Giordano Conversini
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