Gli antidolorifici servono per alleviare il dolore e la febbre, e possono essere utilizzati per trattare una vasta gamma di condizioni dolorose, sia acute che croniche. Riducono la percezione del dolore e possono anche ridurre l’infiammazione che spesso lo accompagna.
Nerone ha utilizzato come antidolorifico al suo dolore cronico una medicina alla portata di tutti, purtroppo o per fortuna: una penna.
“Penkiller” è infatti il titolo del nuovo progetto con cui Nerone ha scelto di riemergere dopo un lungo silenzio di 4 anni (nel 2021 il suo ultimo progetto da solista) e lo ha fatto nella sua forma migliore, parlando alla sua fanbase attraverso 15 tracce e accompagnato da featuring importanti del calibro di Salmo, Jake la Furia, Madman, Gemitaiz, Shari, Dani Faiv, Nitro, Jack the Smoker, EddyVeerus e Heartman.
Siamo stati invitati ad ascoltare il disco in anteprima e alla domanda “Per te cos’è questo disco?” lui stesso lo ha descritto come “l’arte di uccidere gli altri e curare sé stessi con la medesima penna”.
Il cuore del disco infatti è la penna: il concept che lega i brani tra loro è il doppio senso della parola “painkiller” (antidolorifico), medicina trasformata in una penna con le capacità di infliggere e allo stesso tempo alleviare il dolore.
Infliggere e alleviare, arma e medicina, uccidere e salvare: questi dualismi squarciano l’anima dell’artista che, per salvarsi, li ha vomitati con tutta l’emotività del caso su delle basi cucite alla perfezione sul suo stile, prodotte e curate da Verano e Riva.
Il suo obiettivo è quello di cercare di capire da che parte sta andando la società, ma anche cercare di capirsi, il tutto attraverso la musica: la direzione presa da Nerone in “Penkiller” sembra quella di una strada tortuosa da percorrere, nella speranza di arrivare a una meta che sia in grado di dargli spiegazioni in merito allo sbandamento collettivo che la società odierna sta vivendo.
Infatti con la sua “Penkiller” Nerone viviseziona sì la società in tutte le sue contraddizioni, ma anche sé stesso: come con un bisturi, si è aperto con una penna per cercare di capirsi, per trovare una cura, ma anche per farsi del male, perché la presa di coscienza è un atto terribilmente doloroso. E nel suo viaggio sonoro di 15 tracce, Nerone di consapevolezza ne ha acquisita tanta.
L’ha fatto guardandosi dentro e guardandosi intorno, realizzando che c’è bisogno di operare, date le condizioni in cui la società versa attualmente. E lui ha scelto di farlo attraverso la sua penna.
Apertamente ispirato alla serie “Dexter”, l’immaginario visivo del disco è quello di una situazione disperata in una sala operatoria: sangue ovunque, caos e disordine e Nerone che guarda direttamente noi, rompendo la quarta parete, con uno sguardo critico, quasi di incitamento, mentre si avvicina con la sua penna-bisturi in mano: ce la sta passando o vuole vivisezionare anche noi?

Forse entrambe le cose. Nelle tracce infatti l’artista critica senza peli sulla lingua il livello di ipocrisia e falso perbenismo di cui si stanno impregnando il mondo dell’arte e la società in generale, ma non si ferma alla critica, vuole andare oltre, vuole anche cercare di risolvere, perchè stare fermi a guardare non serve a niente.
Il suo sguardo di rottura della quarta parete forse è anche questo, è un invito per noi ascoltatori, un modo per dire “io il mio l’ho fatto, sono ricoperto di sangue, ho operato dove potevo operare e col mio mezzo, la penna. Ora tocca a voi, che siete parte della stessa società che ho criticato, bisogna cambiare le cose.”
Per farci intendere quanto fosse impellente per lui agire sulle problematiche odierne, al pre-ascolto del disco Nerone ha tenuto moltissimo a farci ascoltare la traccia “Contronatura”, chiedendoci di fare molta attenzione. L’ha definita l’emblema del disco e anche il pezzo in cui il messaggio era evidentemente più chiaro:
“Contronatura avere due madri?
Sono meglio le botte dei padri
Sono meglio due padri normali
Che due pazzi che si alzano sempre le mani
Contronatura come il cambio sesso, certo
Meglio suicida perché non sei mai tе stesso”
E ancora:
“Io me ne frego della tele, dei meme
Nerone – Contronatura (Penkiller, 2025)
La polizia si muove quando arrivano Le Iene (Bleah)
Un clown in bici fa arrestare mio fratello
Contronatura è questo e il ricco si fa bello”
Nel percorrere il suo tortuoso viaggio nella dicotomia dei suoi pensieri e della società, Nerone incappa anche in un sentiero, altrettanto complicato da attraversare, quello riguardante la condizione del rapper e del rap game.
Ad accompagnarlo nella vivisezione di questo tema sono in molti:
Salmo e Jake la Furia in “Costolette”, che con un occhio critico veterano espongono la tragica condizione in cui per loro versa la musica oggi, influenzata dal politically correct e dalla sola esigenza di fare successo:
“‘Sta musica è una vittima, nessuno più che l’ama
Nerone – Costolette feat. Jake La Furia, Salmo (Penkiller, 2025)
Piena di spazzatura, deserto dell’Atakama
Silenzio con i G, concerti con la madama
Li impalliniamo come in Alabama, parola (Jake, Jake)”
poi Dani Faiv e Shari (la mia traccia preferita), in “Loser”, uno spaccato di R&B sulla condizione dei rapper ad oggi:
“Oggi che stiamo vivendo il nuovo Medioevo
Nerone – Loser feat. Dani Faiv, Shari (Penkiller, 2025)
Non rompetemi il cazzo se mi accendo una clava
Cresce sempre il debito (Love you), non vedo un raggio”
In chiusura di questo percorso e del disco in generale, l’inaspettato featuring con EddyVeerus, voce maschile de Il Pagante, che si è spogliato dalle sue vesti abituali per mostrarsi sotto un’altra luce, quella di un artista sopraffatto dal prezzo personale da pagare per la propria autenticità:
“Fratello, dimmi cosa lascerò a chi viene dopo
Nerone – Acufene feat. A-Kurt, EddyVeerus (Penkiller, 2025)
Solo un abbraccio ed un album che sa di fuoco
Perché il resto in giro è arido e in più sa di poco
[…]
Ho un acufene in testa che
Ogni notte mi tormenta e so che presto mi farà impazzire”
La costanza di Nerone nel rimanere fedele a sé stesso, al suo stile e al suo modo di fare musica, nonostante le tendenze stiano andando da tutt’altra parte, lo ha ripagato.
In “Penkiller” ha schiaffato la realtà in faccia a tutti, lasciando un po’ da parte la sua spontanea attitudine da freestyler per dare spazio a liriche più musicali (il pezzo R&B con Shari ne è la prova) graffiate dalla ruvidità della sua voce, della sua penna e della presa di coscienza della situazione di impazzimento generale dalla quale nessuno ormai si può più nascondere.
Ma Nerone non vuole consolare nessuno, vuole curare, o almeno provarci, dando in mano anche a noi il prodotto del suo tool, la penna killer, che starà a noi scegliere come usare: uno strumento di sopravvivenza o un mezzo per compiere atti omicidi? Dipende tutto da noi.
Di Valeria Luzi
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