Mercoledì 8 Giugno, a gran sorpresa, Samuel Roveda aka Rhove, rapper classe 2001, rilascia con un brevissimo preavviso “PROVINCIALE EP”: il suo primo progetto compatto, il suo esordio nel mercato musicale.
Attraverso la pubblicazione periodica di pezzi, come da lui annunciato durante un’intervista, il ragazzo ha preparato la sua fan base e soprattutto ha sondato il terreno. Ogni singolo lanciato prima dell’annuncio dell’EP ha avuto una risonanza e un riscontro realmente importante, il tutto fino alla “LA PROVINCE #2” nonché unico estratto del progetto uscito.
Come da noi pronosticato la data posta alla fine del videoclip ha rappresentato il punto di svolta per l’artista, la sua crescita è stata esponenziale, merito del suo talento e soprattutto del suo modo di comunicare e di aprirsi al suo uditorio.
PROVINCIALE EP, essendo un EP per definizione è un progetto breve, forse troppo poco per un artista che ha solo bisogno di dimostrare, ma non manca di intensità e di contenuto.
Nel suo caso abbiamo 9 tracce, in tre notiamo la presenza di collaborazioni e la scelta di queste è particolarmente interessante. Pur essendo un “esordiente”, Rhove ha riscontrato un grande consenso all’interno della scena italiana che lo avrebbe agevolato nell’ospitare nomi illustri ma, nonostante questo, solo nella traccia “Complique” abbiamo la presenza di due nomi di spicco (Shiva e Ghali annunciare il brano ma non rilasciarlo, per lo meno ora, è una possibile strategia di marketing atta a smuovere, con la pubblicazione successiva, l’algoritmo delle piattaforme streaming?). Singolare è la traccia d’apertura “La Famiglia”, qui il rapper ci presenta artisti nuovi appartenenti alla sua crew e al suo gruppo di amici. Non manca all’interno del progetto un featuring internazionale, infatti nella traccia “Tuta Lacoste” abbiamo Timal, interprete di spicco della scena Francese. Ciò che filtra dalle scelte collaborative è infatti l’attaccamento al quartiere e la volontà di dare una voce corale non solo alla sua, ma a tutte le province tagliate fuori dall’attenzione musicale.
In questa scena c’è troppo odio e troppa invidia, si mettono prima i soldi della musica. Ho voluto unire tutti gli emergenti a parer mio più forti su questa roba in un unico pezzo per dare una possibilità a tutti loro, i ragazzi meritano.
– Rhove in merito a “La Famiglia”, Instagram
Contenutisticamente non ci troviamo davanti ad un lavoro variegato essendo una summa dei vari messaggi che ci ha sempre voluto trasmettere. Abbiamo imparato a conoscere Rhove e sappiamo quanto valga per lui il lavoro che ci propone: fin dagli esordi si è fatto portavoce della situazione che i ragazzi vivono all’interno dei quartieri di provincia, la tanto invocata grigia provincia che oggi anche grazie a lui vive di nuova dignità geografica e di nuovo colore.
Attraverso l’esposizione della sua esperienza personale Rhove ci ha mostrato che nella vita bisogna avere aspirazioni, passioni, sogni e proprio grazie alla dedizione verso di esse il giovane rapper classe ’01 è riuscito a evadere da un contesto difficile, fatto di rinunce ed esperienze formative forti, vissute in giovane età. Non deve passare sottotraccia anche l’utilizzo, seppur semplicistico, del lessico, infatti Rhove si sofferma molto sul concetto di “bébé“, non a caso il progetto si conclude con una traccia con questo nome. Mettendo a confronto le memorie del sé ragazzo, con quelle più infantili, racconta, attraverso gli occhi del lui bambino, quello che i giovani vivono e imparano inconsapevolmente in quartiere: ogni movimento, azioni illecite e non ,vengono interpretate con l’innocenza tipica dei bambini che le assimilano come concetti propri della normalità.
Il suo obbiettivo però crescendo è cambiato, a lui, come più volte sottolinea, il mondo del crimine non interessa (“Non ho mai toccato una pistola/ È l’arma degli ignoranti, non la so usare” LAPROVINCE #1), non lo glorifica come altri suoi colleghi, al contrario, ha solo l’obiettivo di vivere di musica e con la musica, portando sulle sue spalle il messaggio che l’arte salva la vita.
Ciò che arriva alla fine dell’EP, è chiaro, limpido come i colori marsigliesi: coltivare le passioni aiuta ad estraniarsi dai contesti difficili, e perché no, ad uscirne.
La critica che è stata mossa all’uscita di PROVINCIALE EP è la ripetitività a livello sonoro ma, secondo il mio parere, può risultare leggermente faziosa: sappiamo quanto Rhove sia molto vicino alla scena francese, tanto per le sonorità quanto per l’immaginario, senza mai nascondere quanto rappresenti per lui la sua più grande fonte di ispirazione.
Mentre tutti sognano, guardano e copiano l’America, Rhove guarda nel giardino più vicino: sogna la Francia, Marsiglia in particolare, e forse con essa anche la volontà di diventare un esponente di quella scena lì.
Fin dagli albori della Musica Trap in Italia la scena ha sempre strizzato l’occhio verso al mondo d’Oltralpe, basti pensare alle prime collaborazioni di Sfera (SCH, Coyote Jo Bastard), o quelle di tutta la scena del 2015 ( ad esempio “Revolver Freestyle” in Orange County California di Tedua, “Pas Ta Fete” di Ernia), oppure “Noveau Riche” di Guè in puro stampo francese, ma questi, oltre ad essere tutti episodi isolati con poco seguito, o sempre ammiccati e mai interamente realizzati, non hanno mai fatto pensare a una vera e propria installazione di uno stile in Italia così geograficamente vicino e compatibile. Rhove infatti ha il merito di tutto questo: la sua intuizione è stata quella di offrirci un prodotto fedele allo stile francese e perfettamente riadattato al contesto italiano. L’EP infatti è un progetto che non sfigurerebbe all’interno di un contesto internazionale, soprattutto europeo, e risulta fortemente orientato a costruire solidi ponti collaborativi con la Francia, ne è una lampante dimostrazione anche la massiccia presenza di parti in lingua francese disseminate in tutto il disco.
PROVINCIALE EP, come ci suggerisce anche la copertina del disco, sembra più un bivio che mette da una parte la fine dell’adolescenza e l’inizio di un futuro orientato verso l’ignoto; il progetto è infatti la chiusura di un cerchio che non rappresenta un punto di arrivo, ma al contrario, la fine di un arco narrativo della carriera di un giovane artista con tanta voglia di fare.
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