Recensione di QVC9
La fede nell’arte è la chiave di lettura di QVC9
Tempo di lettura: 5 minuti.
Immaginate di essere lungo una strada ai limiti del centro di una metropoli, vi imbattete in una mostra, di cui passivamente avete ricevuto segnali per molto tempo, e decidete di accedere. L’entrata è formalmente gratuita, come l’artista generalmente garantisce. Un breve corridoio introduce direttamente alla creazione più recente dell’artista, l’arrivo è accompagnato dal soave suono di un pianoforte e sulla parete si può chiaramente vedere un artwork del Polacco-Thailandese Oh de Laval based a Londra.
Una placca dorata sotto al quadro riporta alcune generalità dell’opera:
Titolo: Quello che Vi Consiglio vol. 9 (QVC9)
Artista: Gemitaiz (all’anagrafe: Davide De Luca)
Data di uscita: 6 Novembre 2020
Featuring: Nitro, MadMan, Fabri Fibra e altri 12
Produttori: Mixer T, Mace, Gemitaiz e altri 7
Qualche passo indietro e si riprende ad osservare il dipinto appeso al muro con in play l’audioguida della mostra, una registrazione da 18 tracce che racconta aneddoti e particolarità dell’opera.
L’introduzione, omonima del progetto, si articola su di una melodia costruita autonomamente da Gemitaiz stesso, il quale, con l’uso della voce, introduce l’ascoltatore al viaggio che lo aspetta attraverso varie citazioni: Mel Gibson e Danny Glover per richiamare l’idea di saga che va avanti come la celebre “Arma Letale” o anche al brano “Stargazing” di Travis Scott, rapper americano che viene generalmente associato a Gemitaiz, perchè quest’ultimo è solito utilizzare alcune basi dello statunitense per la produzione di diverse tracce in capitoli precedenti di QVC, cominciando a far pensare all’idea di continuità che ci sarà addentrandosi nell’ascolto.
Il proseguimento porta ad osservare ed ascoltare più attentamente, ma senza ancora soffermarsi sui dettagli, arrivando a far caso nella track “Noi siamo così” ad un ulteriore elemento di continuità e ciclicità dell’artista, riprendere infatti alcune elementi del freestyle registrato durante la prima quarantena causa Covid-19 risulta essere un ottimo segnale di ciò che accadrà.
Mentre l’audioguida scorre autonomamente si continua ad osservare il dipinto, ci si nota subito quel ragazzo con i tatuaggi, steso a fumare su un letto a baldacchino, in compagnia di uno scorpione, mentre scambia uno sguardo con il ritratto di un uomo sul muro. Il ragazzo sembra non prestare minimamente attenzione a quella mano scheletrica e inquietante che sembra sbucare da sotto il letto, lato pieno di spine o penne di corvo dal colore nero pece in un risultato di contrapposizione con la comodità e l’imperialità del rosso della stoffa ma in sintonia con il clima cupo creato dai colori spenti delle pareti.
L’attenzione si sposta a questo punto su ciò che la serenità apparente della figura può trasmettere, la voce che ci accompagna in cuffia assume un ruolo fondamentale a questo punto. Le parole di Davide, accompagnato magistralmente dal suo collega Nitro, raccontano da dove è partito il viaggio per raggiungere quella serenità, ancora macchiata da note di sofferenza necessarie ad alimentare il processo creativo e artistico dei due cantanti.
L’alternarsi di felicità e tristezza, proposto in “Mondo di Fango”, ancora una volta su un tappeto musicale autoprodotto, è un tema che Gemitaiz ha già proposto in un suo brano e qui lo richiama riferendosi ad “Esagono” (Brano contenuto nel progetto Scatola Nera). Scrivere su una propria base porta l’artista a raggiungere uno stato di intimità con se stesso inimitabile ed è sintomo di aver appreso, durante gli anni, a stare solo e sapersi amare.
La centralità di se stessi nel disegno è ben accompagnata dai successivi brani, caratterizzati da una buona quantità di autocelebrazionismo, esercizi di stile, violenza metrica e liricità a volte fine a se stessa. Tutto ciò è arricchito da diverse citazioni a progetti passati come: “Quando entro su un pezzo dicono: Guarda l’ha rifatto” (riferimento a King Supreme).
L’attenzione viene quindi catturata da Fabri Fibra che oltre ai riferimenti al suo brano “l’uomo nel mirino” (Incluso in Mr. Simpatia), “Solo hardcore” dei Colle der Fomento ed una sottile citazione al pezzo “D.D.D” dei Club Dogo per poi riuscire a stupire gli ascoltatori più attenti calcolando con precisione chirurgica, tenendo in considerazione l’orario di pubblicazione e disponibilità del mixtape sulle piattaforme digitali, chiudendo la barra “L’orologio al muro segna l’una e undici”, centrando esattamente il tempo per chi ha iniziato l’ascolto, senza interromperlo all’una in punto.
Elettrizzati dalla genialità e l’attenzione al dettaglio, un ulteriore sguardo all’immagine porta l’occhio a cadere su quelle scarpe appoggiate in maniera sbarazzina e menefreghista, così come la traccia numero 7, sulla produzione di Sine, in collaborazione con Emis Killa ed un inedito featuring del giovane napoletano Geolier. A questo punto continua ad avanzare quell’ignoranza tipica di molti rapper, va svanendo l’introspettività e il mood si fa più aggressivo.
In Marte, brano n. 8 in collaborazione con il genovese Izi, emergono l’esclusività e capacità di distinguersi che caratterizzano i due rapper, trovando espressione nella citazione “Fanculo gli eroi della Marvel, Voglio andare a vivere su Marte” da parte del romano, in riferimento al fumetto DC Comics del Dr. Manhattan, il quale racconta di uno scienziato considerato “cancerogeno” e tossico, che finisce per isolarsi e decidere di andare a vivere su Marte allontanassi definitivamente dall’umanità.
Il quadro generale comincia ora a farsi più chiaro, tra racconti di quotidianità in cui molti degli ascoltatori possono ritrovarsi e semplici esercizi di stile che possono solleticare l’orecchio dei fan, in particolare modo la strofa di MadMan in “Fair”, si delinea la fase centrale del progetto.
La dimostrazione della ricercatezza e della sperimentazione vengono fuori, ancora meglio, nel brano numero 12, su un beat di PK, Kang, Ombra e una collaborazione dell’americano D’African, un artista poco conosciuto negli USA e assolutamente nuovo per il pubblico italiano. Lo statunitense dimostra di aver creato un ottimo link con l’idea che Gemitaiz ha per il mixtape, tanto da offrire una strofa che arricchisce e valorizza la base ed il progetto nel suo complesso.
Altre citazioni si incontrano in “Money Money”, dove Davide riprende una sua strofa contenuta in “Brillo”, condividendo il sottofondo musicale con Speranza ed Ensi, che a loro modo apportano una nota di aggressività, fame, delusione, disprezzo e cattiveria abilmente unite in un grido di amore per la veridicità e il rap.
È però in “<3” che si fa chiara l’importanza della figura femminile nella vita quotidiana di Gemitaiz, senza necessariamente includere un sentimento fondato sull’amore, amore che però viene espresso nei confronti della musica parlandone come impersonificazione della donna. Il brano funge inoltre da perfetto apripista per il successivo, in cui le figure femminili di Priestess e Chadia Rodriguez fanno il loro ingresso donando quindi una nota di varietà che arricchisce il progetto, dimostrando anche l’abilità di Gemitaiz reinventatosi direttore artistico, in grado di orchestrare perfettamente gli stili degli ospiti e adattarli al contesto.
La collaborazione invece più attesa dai fan storici è quella con Gemello e Mystic One, “Si va pt.3”: qui il senso di inquietudine e insicurezza raggiunge la sublimazione creando un immaginario quasi horror. L’idea grottesca viene inoltre supportata dai richiami cinematografici ad “Arancia Meccanica” e “Papillon”, rispettivamente di Stanley Kubrick e Franklin Schaffner. Il ciclo di nostalgia e ricordi si chiude poi con Gemitaiz e Mystic One, i quali riprendono l’intro del capitolo precedente con la frase “Chissà oggi dove si va”, soddisfacendo così le aspettative di continuità con i lavori antecedenti e trovando realizzazione nell’immaginario spaventoso e crepuscolare ricreato.
Particolarmente interessante è la presenza di Achille Lauro, con il quale Gemitaiz ha già collaborato proficuamente in passato, ed è proprio in “Trap Emo Rmx” che emerge completamente l’abilità canora, l’attenzione alla musicalità e la liricità, decidendo di semplificare e alleggerire la scrittura per rendere il risultato finale più fruibile e godibile da parte di un pubblico più ampio e diversificato.
L’ultima registrazione parte dopo essersi soffermati ad osservare l’artwork, da diverse angolazioni e distanze, per quasi 45 minuti ed è quel pianoforte che ci ha accolti che ora ci invita a prestare attenzioni alle ultime parole dell’audioguida.
Outro in the night è forse il brano più caratteristico di QVC9, Gemitaiz ormai stanco e deluso esprime il suo distacco e il suo disprezzo per gli attori e le dinamiche della scena rap che lo circonda, dalla banalità e la mancanza di amore per il genere, per la musica e per le donne. L’artista è ormai sfiancato e lascia quasi parlare la musica, dandole spazio e significato nel rispondere ad uno dei luoghi comuni che il web ha creato attorno a lui, ovvero la sua calvizia.
Solo ora che la registrazione è finita e si ripone la cuffia dell’audioguida al suo posto, per cominciare ad allontanarsi dall’opera, ci si rende conto della sostanzialità del lavoro e di molti dettagli non apprezzabili immediatamente. Dopo aver ascoltato QVC9 ciò che si arriva a percepire è un amore sconfinato per la cultura Hip Hop, un rapporto quasi amoroso con la musica, il che non vuol dire renderla triste e pragmatica ma trovare un equilibrio tra la felicità e la sofferenza, così come è in contrapposizione quella figura su un letto apparentemente lussuoso trasmette uno stato di quiete, minacciata però da quella figura che vuole afferrare il personaggio del quadro da sotto il letto e trascinarlo nel buio.
Di Ismail Ezzaari e Alessandro Toso.
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