Louis Dee, fin dai tempi del collettivo Killa Soul, non solo ha dimostrato di essere un liricista dalla grande attitudine per le barre grezze, ma ha fatto emergere anche una predisposizione per il cantato non indifferente, che negli anni ha coltivato diligentemente.
Il 2 dicembre, dopo una serie di progetti interessanti, il rapper palermitano ha rilasciato l’album Sangò, realizzato in collaborazione con la realtà discografica Juicy Music, diretta da Ensi.
Fresco degli esercizi di stile pubblicati tra 2020 e 2022, raccolti ad aprile dell’ultimo anno nel mixtape-saga Flow sui gradini, il rapper ha scelto di alzare ulteriormente il proprio livello, pubblicando un disco dalle atmosfere diverse (o meglio, deeverse) dal precedente, mantenendo però come comune denominatore l’inseparabile compare Big Joe alle produzioni.
Per descrivere le doti di questo beatmaker ormai è difficile trovare le parole giuste: dopo gli storici progetti in collaborazione con Johnny Marsiglia e i maestosi contributi in dischi mainstream e underground che lo hanno collocato nell’Olimpo dei produttori italiani, JoJo Beat si è messo nuovamente in gioco regalandoci un raffinato tappeto musicale lungo 14 brani, ricco di influenze soul, jazz, blues e R&B.
“Rendiamo il sangue che ci scorre un richiamo, un segno d’appartenenza, o il tuo o il mio, per il bene o per il male.”
Così recita la voce narrante del secondo video-trailer dell’album, per spiegare il significato della parola “sangò”, un appellativo affettuoso prettamente palermitano, una sorta di contrazione dialettale di “sangue mio”.
Come una pellicola d’autore, Sangò racconta con accurato e crudo realismo il passato, il presente e il futuro di Louis Dee sullo sfondo di Palermo, città della quale più che un rappresentate ormai è una vera e propria icona.
È davvero interessante il rapporto controverso che scorre tra il rapper e la propria terra, la cui descrizione conflittuale raggiunge l’acmè in Palermo un giorno diverso, brano in cui il nome del capoluogo siciliano è ripetuto compulsivamente per quarantaquattro volte.
Il video ufficiale diretto da Marco Proserpio, regista del fortunato documentario su Noyz Narcos Dope Boys Alphabet, traduce in frame le barre di Louis Dee in maniera egregia, aggiungendo alla poetica di strada del rapper anche una coerente dimensione visiva.
Per quanto l’artista ribadisca nel disco di provenire “da un posto che vive di limiti” e anche in questo brano tenga a dipingerne accuratamente luci e ombre, ha le idee molto chiare sulla sua città:
“Finché c’è vita a Palermo, scelgo Palermo.”
Nel progetto figurano svariati ospiti (rispettivamente Peter Bass, Ensi, Davide Shorty, Spika, Foe, Coez e Tormento) e questi si sono dimostrati gli autori più adatti che Louis Dee e Big Joe potessero adagiare sulle vibes crepuscolari di Sangò: il polistrumentista Peter Bass da’ un contributo musicale al beat di Ricomincio, mentre gli altri featuring, tra barre e melodie, regalano strofe perfettamente in linea con le sonorità dell’album, dando un apporto significativo ai brani.
In conclusione, se siete in cerca di un album tra rap e cantato che abbia un sound ricercato e un’identità originale, Sangò non può non fare al caso vostro. Infatti, più che un giorno, abbiamo davanti “un disco diverso a Palermo”, un progetto davvero ambizioso che merita di arrivare lontano.
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