NDG, giovane artista della scuderia di Sugar Music, è un rapper dalla forte aura cantautorale che, ispirato dalla wave del melodic rap americano, riesce a rimanere originale e unico nel suo genere. Inizia a scrivere testi rap per sfogo a 16 anni, e nel 2018 scrive e incide il singolo “Panamera”, che ottiene 28 milioni
di streaming e trionfa tra i brani italiani nella classifica TOP 5 di TikTok. Il brano diventa virale in
poche settimane e “Panamera” viene certificato disco d’oro. Dopo “Panamera” pubblica diversi
singoli, tra cui “Cuore nero”, “In fissa”, “UE”. Il 3 dicembre 2021 pubblica in digitale “Scappiamo via”.
Matteo, di Rapteratura, ha avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con NDG, lasciandolo parlare di sé, del nuovo singolo, delle sue intenzioni e dei suoi futuri progetti.
Intervista a NDG
M: Ciao NDG, intanto come stai? Come ti senti dopo la pubblicazione di “Scappiamo Via”?
N: Tutto bene, sono davvero contento e mi sento liberato, come se mi fossi tolto un peso, visto che non uscivo con nuova musica da più di un anno: l’ultimo singolo risale a febbraio, adesso invece ho gettato il primo tassello del mio nuovo progetto.
M: Prima di ritornare a “Scappiamo Via”, volevo chiederti: sei di Roma, giusto? Anche io vengo dalla tua stessa regione e conosciamo entrambi la caratura artistica di questa zona. Che rapporto hai con questa? Ascolti e hai ascoltato la musica della nostra regione oppure hai preferito ascoltare altro?
N: certamente! Roma ha un bagaglio artistico che parte da Villa a Califano per poi arrivare alla musica urban. La mia prima canzone Rap che mi colpì fu “On the corner” di Gemitaiz, dato che mi rivedevo molto nelle tematiche da adolescente durante i primi anni di scuole medie. Ovviamente Noyz Narcos, che ho anche visto live, pur essendo diverso dalla roba che faccio io. È comunque un artista che ho sempre ascoltato. Immancabile è la 126 con Franchino e Ketama. Ho sempre provato ammirazione per questi artisti.
M: Qual è stato il tuo primo approccio alla musica? Scrivi dall’età di 16 anni, quali sono gli artisti italiani ed esteri che credi abbiano influito ed alimentato questa passione?
N: io ho sempre avuto la passione per la musica e per la scrittura anche se non le avevo sfrutta fin dall’inizio per produrre mie canzoni. Fin da piccolo mio padre mi ha fatto ascoltare moltissima musica; da qui la passione per Michael Jackson che con Totti sono stati gli idoli della mia vita.
I primi testi Rap ho iniziato a scriverli a scuola un po’ per noia. Le prime rime erano dei Dissing alle mie professoresse. Per far maturare la mia scrittura sono stati fondamentali i Rapper che ascoltavo all’epoca: molto Gem, successivamente il fenomeno Sfera con la Trap e con le melodie che ha portato nel Rap; poi più in là mi hanno ispirato anche artisti internazionali come the Weekend o Justin Bieber e tanti altri, anche Post Malone e Bad Bunny che mi ha profondamente influenzato durante gli anni.
M: Prima di parlare approfonditamente del brano facciamo un passo indietro. Tra i singoli pubblicati, quello di maggior successo è Panamera. Come hai vissuto quel periodo lì? Per la tua carriera, sul piano di consapevolezza, di approccio alla musica e di obiettivi, si può parlare di un prima e dopo Panamera? Se sì come?
N: Certamente! Mi sento molto più consapevole adesso poiché prima che scoppiasse “Panamera” non avevo ancora realizzato tutto, anche perché stavo crescendo e maturando da un punto di vista artistico e di sound. Non sapevo bene quello che volevo, stavo facendo uscire i miei pezzi e Panamera è scoppiata forse troppo presto. Quindi, sì, c’è un prima e dopo Panamera perché mi ha aiutato a crescere mi ha fatto capire meglio il mondo al quale mi approcciavo. Insomma tra pro e contro mi ha dato modo di intraprendere una carriera, di avere il mio primo contratto discografico.
Mi ha dato molta consapevolezza che prima non avevo e non me lo sarei mai aspettato considerando che il pezzo precedente fece 50.000 streaming. Quando Panamera è esplosa, forse era una cosa più grande di me. Al momento però sono contento perché non è una cosa che succede a tutti.
M: Panamera, oltre ad aver dato una svolta al tuo percorso artistico, ti ha anche fatto finire in top 5 Tik Tok. Quanto e come credi che Tik Tok abbia influenzato la tua musica e la musica in generale?
N: Grazie a Tik Tok Panamera è finita in Classifica Italiana e anche terza in viral globale. Quella fu una cosa che mi ricordo con i miei collaboratori, che poi sono anche i miei amici. Fu una cosa che ci mandò in estasi: pensammo “wow, cazzo, siamo la terza canzone più ascoltata al mondo!”. Quindi, sì, Tik Tok ha dato una mano anche se il pezzo non fu concepito per andare su quel sociale. Considera che io non sapevo nemmeno cosa fosse Tik Tok, improvvisamente vedo che la canzone cresce e capiamo che stava succedendo qualcosa. Per altro era il periodo in cui Tik Tok stava iniziando a nascere: era l’anno di Lil NAS con “old town road”, in Italia di NDG con Panamera, di Random con “Chiasso” e tanti altri che con Tik Tok sono arrivati al grande pubblico. Ovviamente non tutti i pezzi diventano virali sulla piattaforma: c’è sempre un motivo se un brano va e piace alla gente, deve arrivare al cuore delle persone e comunque essere una canzone che li trasporta.
Alla musica in generale ha fatto bene Tik Tok. L’esempio di Lil NAS è palese: partendo da Tik Tok si è fatto conoscere dal grande pubblico fino a confermarsi a livello globale. Per Panamera fu lo stesso: fu la prima canzone italiana ad essere virale. Successivamente anche con l’etichetta abbiamo fatto dei lavori pensati per la piattaforma, ma non Panamera. Non conoscevamo minimamente il potenziale di Tik Tok a lo abbiamo scoperto finendoci dentro inconsapevolmente.
M: Torniamo a “Scappiamo Via”. Anche se è prematuro parlarne, il brano sta ottenendo il riscontro che ti aspettavi oppure non avevi aspettative numeriche?
N: Non ho aspettative numeriche perche sono consapevole che dopo una assenza dalla scena di un anno e mezzo,quasi due sto ripartendo da 0. Ho la consapevolezza che questo è solo il primo tassello, il primo mattone di una casa che stiamo costruendo. Non ho reali aspettative sul breve termine, sta andando come pensavo che andasse, ma so che a lungo andare possiamo confermarci e risalire, è un pezzo che ha buone possibilità.
M: Mentre una parte della scena si concentra a venerare la criminalità, tu parli di te, dei sentimenti e di ciò che vivi: questo in “Scappiamo Via” emerge bene. Come scegli di cosa parlare nei tuoi brani? Quanto t’importa renderli intimi e personali?
N: Se gli altri parlano di certe dinamiche è perché magari le vivono. Io ho vissuto cose diverse ed è quello che fa cambiare gli argomenti: sono un ragazzo che parla della sua vita, dei sentimenti e dell’amore. Poi nel progetto mi aprirò di più e farò conoscere più parti di me, della mia vita e di tutto ciò che mi circonda. Come diceva Marra in una sua intervista: “il bello del Rap, ma in generale della musica, è prendere la propria identità e portarla in alto”. L’importante è parlare di se stessi, ognuno ha i propri argomenti e il proprio vissuto. Voglio essere vero e parlare di ciò che vivo realmente e, in questo caso, “Scappiamo via” parla di un amore che nasce e della paura di innamorarsi, ma anche della voglia di vivere un sentimento del genere e della grande forza che trascina questo amore. Parla di voler scappare con la persona che si ama in un posto lontano da tutto e tutti per vivere a pieno questa relazione. Poi volevo dire questa cosa: nel visual c’è questa macchina dove siano presenti io e la mia ragazza. Poteva essere tranquillamente una ragazza che rappresentasse la metafora dell’amore e il mio producer che guida; quindi la musica e l’amore che ti fanno scappare via verso un posto migliore: questa è la mia ripartenza.
L’amore non è solo quello di una ragazza ma una amore universale che può essere di un amico oppure la famiglia.
M: Ascoltando i brani precedenti ci si rende conto che uno studio del suono era già presente fin dall’inizio ma qui in “Scappiamo Via” sembra aver preso una strada tutto nuova che vira verso il synth pop, la vapor wave e l’elettronica. Questo è solo un esperimento o è la strada che credi d’imboccare per i tuoi prossimi progetti? In Italia questi sono generi ancora esplorati soltanto vagamente.
N: noi abbiamo lavorato molto sul sound. Ho lavorato in primis sulla voce in questo periodo di assenza, e anche molto su me stesso sul lato artistico. Con il vocal coach ho scoperto come usare meglio la mia voce, come arrivare a certe note per poterla estendere meglio e questa cosa mi ha dato molta sicurezza. Mi ha dato modo di sperimentare più universi che non avevo ancora provato prima. Il pezzo è su questa wave e forse ce ne saranno altre; nel mio progetto non ci sarà un genere preciso ma più variazioni di me: ci saranno pezzi wapor wave, pezzi più introspettivi, pezzi più pop e pezzi solo piano. Abbiamo lavorato per rendere un sound figo per un album che non si basi su un unico suono, quindi abbiamo voluto iniziare così non perché sarà tutto in questi stile, ma perché volevamo ritornare con un pezzo carico pieno di energia.
M: Ayden Lau è un beatmaker che, se si presta attenzione, è presente più volte nella tua carriera. Che rapporto hai con lui? Com’è e qual è il vostro processo creativo? Come avete scelto la base di “Scappiamo Via”?
N: Ayden Lau c’è da sempre, non è solo un producer ma un fratello, abbiamo iniziato questo percorso insieme con “Troppo tempo”, Anche se lavoravamo in studio insieme anche da prima di Panamera. Prima facevo uscire pezzi sui Type beat, poi una volta scoppiata Panamera ho deciso che il mio producer sarebbe Ayden Lau. Ho avuto anche altre esperienze con altri producer, come Big Fish con il quale ho collaborato, però ho voluto iniziare il mio progetto con lui in “Troppo Tempo” e da li mi ha prodotto tutti i pezzi.
Il nostro processo creativo consiste in lui che mi manda i beat o con me che vado in studio da lui. Ormai abbiamo una grande coesione conoscendoci da anni. C’è molta stima sotto il punto di vista artistico e molta confidenza, di conseguenza riusciamo a tratte il meglio l’uno dall’altro. In questo caso “Scappiamo Via” è uscita grazie al beat clamoroso che mi ha mandato. Appena l’ho ascoltato mi sono gasato ed ho iniziato a scrivere nella notte in camera mia, per poi andare in studio per registrare e lui ha aggiunto le chitarre nel ritornello, per poi scrivere la seconda strofa.
M: Dal punto di vista artistico e professionale, come ti vedi da qui a cinque anni?
N: Da qui a 5 anni io spero di poter girare l’Italia facendo concerti nei più grandi locali o palazzetti. Sogno una vita di tour e di album, poi non si sa mai: mi piacerebbe aprirmi anche al mondo internazionale, ci sono stati dei contatti con la Spagna in passato.
M: Siamo arrivati alla fine, vuoi dire qualcosa ai lettori di Rapteratura? Ti diamo carta bianca!
N: Bella a tutti! e grazie per aver seguito l’intervista, restate connessi perché uscirà tanta nuova musica nel 2022 e probabilmente anche il mio primo progetto. Siamo stati fermi per molto tempo ma non abbiamo smesso di lavorare in studio, non vedo l’ora che questo succeda.
Di Matteo Maiuri
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