La generazione degli adolescenti di oggi viene spesso etichettata come una generazione che tiene più all’apparire che all’essere, e ciò è dovuto in gran parte alla pluralità di identità sociali che un ragazzo medio può permettersi di costruire tramite i social media. La necessità di voler apparire come chi non si è, o come chi si vorrebbe essere, nasce, volendo attribuire delle cause anche all’ambito musicale, dai miti creati dagli artisti come l’autocelebrazione, tanto per citarne uno. Crescendo con questi miti è naturale, girando per il web, incappare in copie di copie di copie che innalzano il ruolo del loro personaggio a discapito di un messaggio che li distingua o che li rappresenti a pieno.
Gli Psicologi (Lil Kaneki & Drast) trascendono, a mio modo di vedere, dalla rappresentazione del new comer medio descritta in precedenza e questo ha contribuito sicuramente alla loro rapida ascesa nel panorama musicale italiano.
Se dovessi trovare un punto di giuntura con i loro coetanei quest’ultimo sarebbe senza dubbio il linguaggio, semplice e d’impatto in grado di evocare, nel loro caso, ricordi e immagini nitide. Dal riferimento ai “cori in quello stadio”, ad una delle serie più in auge in questo momento come “Gomorra” o a diversi quartieri di Roma, si può evincere senza interpretazione il messaggio che vogliono trasmettere, ornandolo con scene familiari ai loro ascoltatori.
Il 31 maggio 2019 è uscito “2001”, il loro primo progetto ufficiale di Psicologi composto da tutti i singoli usciti nel corso di questi mesi con l’aggiunta di un inedito, “Futuro”. Si tratta di un progetto omogeneo sul piano dei contenuti, ogni brano presenta diversi messaggi scanditi da immagini brevi a sfondo sociale e politico.
“All’occupazione della
scuola ci sentivamo un po’ tutti a casa
In fondo siamo un
taglio generazionale
Siamo fatti d’acqua e
adesso tira un temporale.”
Questi semplici concetti pronunciati dal duo in “Futuro” esprimono a pieno ciò che andrò a spiegare: gli Psicologi rappresentano nei loro testi i drammi della loro generazione, una generazione spesso incompresa, limitata dai pregiudizi e dal clima odierno che caratterizza il nostro paese. Rappresentano la parte degli adolescenti cosciente della loro posizione nella società, considerata una minoranza dai più, ai quali danno voce manifestando la loro paura e urlando il loro disagio (“e il futuro ci spaventa più di ogni altra cosa / il problema dei ragazzi non è la droga”). Questa generazione di cui cantano gli Psicologi non è cinica come si vuole far credere, ma è insicura e ha paura di ciò che gli lasceranno in serbo per il futuro.
L’amore è la prima costante effettiva che si può carpire dall’anima di questo progetto, trovando la sua massima espressione nel loro brano di maggior successo “Autostima”; un sedativo per tutto il resto ma che spesso si trasforma nella ragione dei problemi dei loro coetanei e, quindi, dei loro. Problemi come l’ansia, le insicurezze, l’arresto di un padre, vivere una vita spericolata, citati spesso nei loro testi e che diventano un loro marchio di fabbrica dal loro primo singolo ufficiale “Diploma”, nel quale è anche presente la barra ormai iconica del duo: “il diploma è solo un pezzo di carta / e gli psicologi non curano l’ansia
L’ultimo brano del disco ha un’atmosfera radicalmente opposta rispetto alle chitarrine leggere ed al mood malinconico degli altri brani, quasi rock’n’roll: “Alessandra” (prodotta da Frenetik & Orange) è un pezzo atipico per quanto riguarda le sonorità degli Psicologi, ma non troppo nei contenuti. In ogni brano, in minore o maggiore presenza, sono presenti infatti delle denunce sia sociali che politiche, ma quest’ultima tipologia trova la massima espressione in quest’ultimo. Come già anticipato nel post sulla nostra pagina Instagram dedicato al brano, non si è nuovi a denunce di questo tipo nella musica italiana. La novità semmai è che sono stati due ragazzi classe ’01 a trattarle, seppur con tono ironico nel ritornello, con una certa veemenza:
“condanna la mafia se uccide qualcuno / ringraziala quando ti dà un lavoro / odia il diverso perché è diverso / chiuditi in casa perché hai paura / guarda Le Iene e poi Studio Aperto / impara a vivere con la censura.”
“2001” rappresenta per gli Psicologi il punto di partenza, come a dire “noi siamo qui”. I numeri parlano chiaro, in soli sei mesi hanno raggiunto risultati invidiabili, ed ora il futuro è nelle loro mani.
Di Simone Locusta
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