“Effetto notte” è la definizione dello stato mentale che oscilla tra il nostalgico e il malinconico, in un vortice di introspezione che ci travolge nei momenti di solitudine notturna, i momenti prima di coricarsi in cui, nella frenesia del mondo d’oggi, troviamo l’unico momento in cui possiamo realmente fermarci a riflettere. O meglio, questo è il senso attribuito da Emis Killa a quello che è il titolo del suo nuovo disco, appunto, “Effetto notte“, pubblicato nella giornata di ieri due anni dopo il precedente “Keta Music 3”. Il titolo del disco è lo stesso dell’omonimo capolavoro del cinema del 1973 sul cinema stesso, utile a suggerirci uno dei pilastri su cui poggia la costruzione del disco.
Il concept del progetto infatti, fin dalla rivelazione della tracklist, orbitava intorno ad una serie di classici della settima arte importanti per la formazione di Emiliano, dai mafia movie ai film romantici passando per vere e proprie pietre miliari come “La Haine” o “City of God“, titoli che andranno a suggerire poi l’atmosfera e le tematiche che andranno a costruire il brano in questione. Una fedeltà al concept dunque maggiormente legata all’atmosfera piuttosto che al concetto in senso letterale, volendo fare un esempio possiamo citare “Albicocca” con Guè, brano che riprende legate all’erotismo del film “Lolita”.
Fatto questo preambolo necessario, concentriamoci ora sul prodotto vero e proprio.
La sensazione che si ha ascoltando è quella di avere l’opportunità di ossarvare Emis Killa che discute con sé stesso, bevendo l’ultimo bicchiere prima di andare a letto, che riflette sulla sua vita in ogni suo aspetto e momento, concentrandosi rispettivamente su passato, presente e futuro ma da un punto di vista malinconico, come se sentisse il peso dell’età che avanza e dell’enorme bagaglio d’esperienze che si porta appresso nonostante la giovane età. Le scelte, i rapporti, le rinunce ritornano alla mente di un Emis Killa che appare quasi svuotato, e spaventato da un tempo che scorre senza possibilità di appello. Ma, nonostante questo peso che grava sulle sue spalle, appare anche la consapevolezza che l'”Effetto notte” non è solo questo.
La notte non è solo portatrice di momenti di solitudine, è anche fonte di divertimento, di lavoro per un artista come lui e questo Emis lo sa. Allora perchè non valorizzare anche questo aspetto?
La risposta arriva nella scelta musicale di brani come “On Fire” con Sfera Ebbasta o “Toxic” con Salmo, in cui appaiono beat dall’aura club, con casse dritte e sonorità elettoniche, che portano l’ascoltatore nel mondo della vita notturna e spezzano il mood che altrimenti rischierebbe di farsi pesante. A completare questo aspetto di “Effetto notte” sono le tematiche riservate al lusso e al lifestyle esclusivo che gli artisti del suo calibro possono permettersi.
Osservando la copertina ci possiamo rendere conto di come riassuma alla perfezione l’idea che sta alla base di tutta la composizione del disco: vediamo il protagonista in sella ad una moto, fermo sui binari che si guarda indietro. Una possibile scena da film action ma che rappresenta una sottile metafora di una persona che si ritrova da sola sui binari della vita, che si gira improvvisamente a guardarsi indietro, rivivendo tutta la strada percorsa fino a quel punto.
L’aura “cinematografica” è resa anche dalla scelta dei beat, ricchi di pianoforte, chitarre e vocals d’atmosfera calibrate accuratamente per rendere il mood esattamente quello che l’artista voleva, su cui anche gli ospiti presenti non hanno faticato ad adattarsi. Un aspetto interessante dei featuring è che il main artist, in questo caso naturalmente Emis Killa, sembra quasi adeguarsi allo stile dell’altro rapper, riducendosi a comparsa per rendere gli altri a tutti gli effetti co-protagonisti del film che vuole essere “Effetto notte”.
Per ciò che concerne il reparto tecnico ci troviamo davanti ad un classico progetto firmato Emis Killa, costruito su punchline e storytelling, ma con la differenza che, questa volta, è quest’ultimo a farla da padrone, non essendo più relegato solo ad alcune tracce ma riproponendosi nella maggior parte di esse, quasi a costruire un vero e proprio copione su cui il film di “Effetto notte” andrà poi a svilupparsi. L’ennesimo modo di riprendere il concept della cinematografia come filo conduttore seminascosto del disco.
Complessivamente potrebbe sembrare che, a primo impatto, in questo album il concept venga meno, che gli argomenti ritornino dai dischi precedenti come fantasmi, e che le varie influenze rendano il disco scollato, scostante. Ma il mio punto di vista è che, semplicemente, siamo abituati ad un altro tipo di concept album, che si concentra su altre strade per collegare musica e concetto. Soffermandosi sulle atmosfere, sulle tematiche e sugli abbinamenti “titolo-film” e ragionandoci sopra un attimo, ci si rende conto di come il concept venga effettivamente seguito, solamente in modo alternativo a quanto ci si potesse aspettare.
Concludendo, “Effetto notte” è un buon disco? Io credo di sì. Probabilmente non passerà alla storia e non verrà considerato il miglior progetto di Emis Killa. Le aspettative di qualche ascoltatore saranno state deluse quasi sicuramente al primo ascolto, ma il mio consiglio è di non fermarsi alla prima apparenza, c’è molto di più di quanto non appaia in superfice.
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