Mi ricordo di quando ero ancora piccolo e mio fratello aveva riscoperto il rap da qualche anno. Siamo nel 2015, in quel periodo di stallo antecedente all’esplosione della scena del 2016, che avrebbe cambiato tutto da lì a poco. Il mio primo contatto col rap, oltre alle poche hit del genere degli anni precedenti, l’ho avuto con Gemitaiz e tutti quegli artisti che per un bel periodo hanno orbitato intorno alla storica etichetta discografica Honiro Label (Mostro, Low Low, Sercho, Luca J).
Ora a distanza di anni posso ammettere che mi avvicinai a questo per mio fratello Riccardo, visto che questi erano i suoi ascolti. Il mio ingenuo orecchio da ragazzino incuriosito dal mondo dei più grandi era stato ammaliato dal rap, pur non capendo molto bene tutto quello che poteva esserci dietro.
Tra i video consigliati spuntava già all’epoca questo bambino moro, aveva un nome curioso e già, secondo me, d’impatto. Era Shiva, che ai tempi militava proprio nella Honiro. Non lo ascoltai mai, ma mi ricordo che già in quel periodo il suo nome circolava. Aveva solamente 15 anni e la Honiro già puntava fortemente sulla sua ascesa nel panorama italiano.
Shiva, per la mia generazione – la Gen Z – c’è sempre stato. Non ho mai avuto per troppo tempo in riproduzione la sua musica nelle mie cuffiette, ma so solo che questo artista è cresciuto insieme a me e ai miei coetanei. Quando ero tra i banchi del Liceo Classico Annibal Caro di Fermo da qualche mese, nel febbraio 2018, usciva “Kooda rmx”, versione in italiano di Shiva della hit omonima di 6ix9ine. In quel periodo Shiva voltò pagina definitivamente a livello di sound, abbracciando quello che era da qualche anno il trend della trap sul calco statunitense.
L’immagine del ragazzino pulito che si impegna nella scrittura, con un lessico – quello del giovane Shiva – superiore alla media dei suoi coetanei, inizia ad insozzarsi di criminalità e ultraviolenza. Scelta stilistica vista la moda del momento? Cambiamento dato da un vero coinvolgimento in atti criminali? Sappiamo solo che Shiva non si fermava, arrivavano sempre più attestati di stima nei suoi confronti dai big.
I guai di Shiva aumentano in proporzione al suo successo fino a culminare con i fatti avvenuti davanti alla sede della sua etichetta discografica Milano Ovest l’11 luglio 2023. Tutti sappiamo cosa sia successo, penso sia inutile parlare della vicenda, ma penso sia anche da ammettere che da lì in poi, oltre ad essere segnata la sua esperienza di vita, chi come noi partecipa all’ascolto, si è reso conto dopo tanto che la situazione dello scontro tra gang nella musica rap milanese si sta facendo più serio che mai, e non può fare altro che cambiare la percezione di Shiva.
Ed è proprio in questo contesto che si insinua “Milano Angels”, il sesto album in studio di Shiva. Il progetto è il capitolo finale della saga iniziata con “Milano Demons” nel 2022. I due album hanno delle similitudini, si ripresentano alcune formule fisse, per così dire, come il capitolo della serie “Take” messo nella tracklist al numero di traccia corrispondente, o i cori delle voci bianche presenti in entrambe le intro, o due diversi freestyle (“3 Stick Freestyle” e “Milano Shotta Freestyle”) che vanno a concludere i progetti e l’esperienza di ascolto.
Mi piace pensare che “Milano Angels” sia la versione potenziata del primo, come se fosse una vera e propria scalata, dagli inferi al paradiso. Infatti in quest’ultimo noto una maggiore padronanza da parte delle rapper nel melodico e anche una maggiore efficacia nella rima ad effetto, grazie a una consegna più fluida e meno stucchevole.
Altro aspetto da sottolineare è uno Shiva più consapevole del suo status, è in totale fiducia e non si fa in alcun modo rubare la traccia dai colleghi che partecipano. E gli ospiti sono più che validi: in due tracce ci sono NLE Choppa e Lil Tjay, in altre vecchie glorie come Mondo Marcio che torna a rappare per l’occasione e in altre i classici nomi che ormai non risultano più una novità come Geolier, Tedua e Tony Boy. A loro modo, gli ospiti hanno saputo dare qualcosa di proprio a questo progetto così discusso e atteso, pur rimanendo al loro posto.
Shiva mantiene quelli che sono i concetti cardine di “Milano Demons”, allargando di più la forbice e rendendo il tutto più deep ma allo stesso tempo semplice e diretto. Ma perchè?
Partiamo dalle basi: dal 2023 al 2024, sarà una mia percezione, ma c’è stato un cambiamento nella sua scrittura, probabilmente segnata dalla galera e dalla paternità, che vanno ad arricchire il racconto di Shiva.
Nonostante il nome dell’album possa dare l’idea all’ascoltatore di un qualcosa di più elevato e quasi celeste, la costante della guerra interna di Milano e l’esaltazione della criminalità e delle dipendenze permane, allo stesso modo emerge il lato più legato alla sfera sentimentale alla quale Andrea ci ha abituato negli anni sempre di più.
E’ per questo motivo che mi piace dire che “Milano Angels” è la versione potenziata di “Milano Demons”: per quanto tragica che sia, la vita vissuta rende tutto più concreto e, secondo me, l’ascoltatore può appoggiare le barre di Shiva a dei fatti reali rendendone più semplice l’immaginazione di quelli che prima sembravano solo fatti generali senza alcuna caratterizzazione. Si aggiungono ai racconti di strada e alle love song, l’esperienza degradante della galera e la nascita di un bambino che non ha potuto veder nascere.
Shiva vive in una costante aria di conflitto di una Milano sempre più pericolosa e ostile, e per questo motivo, il campo semantico bellico è imperante, vengono citati svariati nomi di armi al suo interno, diversi modi per parlare di guerra ed espressioni tipiche di quel contesto:
Milano è rossa, sì, Milano è rossa
Shiva- Take 5 (Milano Angels, 2024)
Ma per il sangue versato dai tuoi uomini
Credo in Dio, ma seguo la mia logica
Non fare azioni se non vuoi reazioni (No)
Sì, ho pronto un esercito, quello che hai visto
Fratello, eran solo le esercitazioni
Possiamo dire che la guerra è finita
Shiva – Pluh (Milano Angels, 2024)
Hanno testato chi è davvero Shiva (Esatto)
Si son distrutti con le loro mani
E questo succede a chiunque mi sfida (Esattamente, esatto)
SUV blindato, carro armato, armi da fuoco o da taglio
Shiva- Gotham feat. Kid Yugi (Milano Angels, 2024)
Siamo il nuovo terrorismo, Shiva e Yugi califfato (Bu-bu-bu-bu)
Shiva si pone come un condottiero, un vero e proprio capo dell’esercito nei banger come “Gotham” in collaborazione Kid Yugi o in “Pluh”, ma a questi momenti, se ne alternano altri in cui confida di voler mollare tutto:
Uno dei momenti più alti del disco senza alcun dubbio è “6 AM” in cui il rapper ci racconta la mattina del suo arresto e delle sensazioni provate in quel momento, testimonianza di quanto l’esperienza carceraria lo abbia segnato:
Okay, era ottobre, il 26, sono entrati con la rain
Shiva – 6 AM (Milano Angels, 2024)
Cercavano Glock e key, hanno preso me coi miei (No, no)
Mi hanno chiesto tutti i name, non ne ho fatto neanche uno (Eh, eh, eh, eh)
Piuttosto marcisco in jail, ma resto fedele al gruppo (Eh, eh, eh, eh)
Ancora meglio viene raccontato il dolore provato durante la detenzione in uno dei 4 singoli che hanno preceduto l’album, “First Day Out”. Nel pezzo Shiva si confida e ammette la solitudine provata, ripensando soprattutto a tutti i momenti importanti che si è perso mentre stava scontando i suoi peccati. Non vi parlo della tradizione del “First Day Out” nel nostro genere preferito, perché questo l’ha già fatto il mio collega Alessio in un suo post che vi consiglio caldamente di leggere.
La paternità si manifesta soprattutto nel brano “Lettera a Draco”. Shiva, da papà un po’ inesperto e probabilmente neanche pronto vista la sua giovane età, ci tiene a fare qualche raccomandazione al suo piccolo, nato il 25 novembre mentre il rapper era in carcere, chiedendogli di stare alla larga dalla strada e da quelle che sono le sue dinamiche e promette alla creatura di non lasciarlo più solo. Dal brano emerge tutto il timore del non essere capace a fare il padre e l’affetto di Shiva nei confronti di Draco, rendendolo uno dei brani con più carica emotiva dell’album.
Menzione d’onore per il brano “Sete”, nel quale viene ripreso il ritornello del brano “Non Ti Ho Mai Detto” di Mondo Marcio che dà anche una strofa. Vorrei sottolineare che in “Milano Angels” ho trovato la produzione troppo poco ricercata. Secondo me, un disco con questa carica emotiva per Shiva, aveva bisogno di una maggiore cura e ricercatezza musicale, tipica di chi ormai rispetta un certo standard nella scena. I lavori in produzione più degni di nota sono stati fatti in “Gotham” da Finesse e Night Skinny, in “Pluh” da Murad e GG.
“Milano Angels” é un disco importante per la carriera di Shiva, nel quale emerge, seppure con qualche contraddizione, una sua crescita forzata dalle situazioni e dalle sorprese che la vita, o il caso, o la giustizia gli ha messo davanti. E se quel bambino moro giovane promessa del rap, di passi in avanti ne ha fatti tanti, sappiamo che ha il potenziale per poterne fare altrettanti e raccontarsi ancora meglio di quanto ha fatto nell’ultima fatica.
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