“MOTIVATION 4 THE STREETZ” non è solo il titolo del joint album di Rondodasosa e Artie 5ive. Può essere considerato il riassunto del progetto, il mantra lavorativo dei due che si ricollega al fuoco che spinge la locomotiva della loro musica. Un esempio di questo è l’iniziativa organizzata nel liceo milanese: i due hanno messo in palio due assegni da 10mila euro, durante un concorso interno scolastico, volto a premiare due idee lungimiranti in ottica imprenditoriale. Sostanzialmente, i due rapper hanno voluto sostenere chi, come loro, è stato capace di generare business dal niente, tra l’altro uno dei temi fondanti dell’album.
Questo tema si ricollega al focus che i due da sempre hanno posto sulla questione della rivalsa, cara a loro come a molti altri della stessa generazione, dove il vanto di uscire da una condizione complicata eleva la persona e il personaggio ad uno status che era solo possibile immaginare. Ad oggi, con la loro posizione, si sentono in dovere di motivare e dimostrare che, anche per chi viene dal nulla, è possibile fuggire da una vita priva di possibilità.
Ma andiamo con ordine e partiamo dall’intro, “MOTIVATION 4 THE STREETZ (SKIT).
I due parlano a cuore aperto in una lettera rivolta a chi li ammira e li prende come esempio.
“Per gli emarginati, per i figli degli immigrati, per i diversi, per gli strani, per quelli da non frequentare, per le troie, i tossici. Per chi è caduto in rovina, per i malati, i carcerati, le vittime, i bullizzati, i poveri, le ragazze madri e le madri sole. Per i padri in tomba e padri single. Per la mia terra, dove riposano i compagni caduti. Ai compagni caduti, perché la vita è più di questo.”
Questo è il loro pubblico, la loro gente, le strade che li hanno resi quelli che sono ora, nel bene e nel male, che gli hanno fornito gli strumenti per farcela e la fame di scappare da quei palazzoni che li hanno forgiati. Un’intro perfetta per il suo scopo: riassume e mette in luce tutto ciò che poi andremo a trovare nel disco, con un’aura da kolossal resa perfettamente dal tappeto musicale che accompagna le loro parole.
L’aura (o mood, sound, vibe che dir si voglia) è un pilastro fondante dell’intero progetto. La scelta è quella di volgere lo sguardo oltreoceano verso gli States, ma a differenza di quanto (in particolare Rondo) ci hanno abituato, questa volta l’intenzione è diversa. Se prima si guardava in particolare alla drill newyorkese, lo slang tipico del genere e gli artisti più forti del momento, qui si scava più in profondità, andando ad assimilare e proporre a modo loro influenze ritrovate più indietro nel tempo, come il sound tipico della West Coast coi suoi synth caratteristici o il club rap stile 50 Cent. Un brano che rappresenta in maniera cristallina la direzione musicale del progetto è “YEH OH!”, forse una delle più forti a livello di sound.
Questo risultato ci impone di sottolineare i meriti di un producer, NKO, che, a detta nostra, si sta confermando come uno dei più forti in Italia. Il beatmaker è stato capace di cucire su misura un abito musicale che calzi a pennello addosso ai due rapper, tanto da sembrare quasi un terzo protagonista del progetto, seppur non sia il producer di tutte le tracce.
Questo occhio agli Stati Uniti si manifesta anche sotto altre forme, come l’attitude con cui i due si approcciano ai beat e la visione da business man con cui i due si approcciano alla musica. Questo modo di intendere il rap è diametralmente opposto a quanto siamo stati abituati dai grandi nomi del passato: se prima l’approccio era idealista e romantico verso il genere (e la musica in generale) tanto da difenderlo a spada tratta da contaminazioni e “marchette” (famosa nei primi duemila l’addizione a “commerciale” in tono dispregiativo), ora Rondo e Artie ci dicono che la musica è anche business, e non dev’essere un’accezione negativa, ma un’opportunità per tanti come loro di diventare personalità importanti, dei veri e propri “business man”.
Il processo di creazione del rapper italiano di successo globale venne già avviato da rapper come Sfera Ebbasta, ma in toni meno palesi e con meno accenni al modo di fare statunitense. Se Sfera ostenta i suoi guadagni e quanto ricavato dalla musica, qui il guadagno diventa intento e non conseguenza.
Dal momento che “MOTIVATION 4 THE STREETZ” è un joint album, non si può fare a meno di analizzare quelli che sono i veri protagonisti e la resa che questo connubio (quasi) inedito ha avuto.
Quest’accoppiata ha permesso entrambi di rendere al meglio sia su territori a loro affini che semi-inesplorati, ma se da una parte troviamo un Rondo maggiormente a suo agio a proporre stili non abituali, Artie ha continuato il percorso intrapreso quest’anno con l’esordio discografico “Aspettando la bella vita”.
Il primo ha dimostrato una netta crescita in termini di scrittura, sia dal punto di vista tecnico che concettuale, risultando meno artificioso nella resa delle immagini che vuole raccontare. Limitando l’utilizzo dello slang, a volte invasivo e controproducente in un rapper – in fin dei conti italiano – Rondo è riuscito a mostrare più limpidamente il suo valore. Il secondo, Arti 5ive, esce meno dal suo seminato, ma risulta assolutamente efficace per quello che il progetto dev’essere, riuscendo a non subire il blasone dell’amico.
I due rapper si migliorano a vicenda, finendo quasi con lo scambiarsi i ruoli in alcuni punti. Tuttavia, il miglioramento e la sperimentazione così evidente di Rondo finisce con l’”oscurare” a tratti Artie, più fedele a quanto fatto finora.
La scelta di aggiungere tre brani in cui figurano “in solitaria” (tra virgolette perché nei due in cui non compare Artie, compaiono invece Tony Effe e Bello Figo) permette a entrambi di esprimersi al meglio e di porre, anche se momentaneamente, l’attenzione su di sé. Le tracce da solisti fluidificano il disco e cambiano per un attimo la percezione dell’ascoltatore: anche qua ripercorrono la strada dell’interpretazione vicendevolmente, prendendo lo stile dell’altro in prestito. Rondo che sceglie di preferire un attitudine più rap del solito (“MONEY SEX BEEF” con Tony Effe e “PISTOLA NEI JEANS (CRIPWALK)” con Bello Figo) mentre Artie cerca una strada (una “BOULEVARD”, appunto) più introspettiva di quanto ci abbia abituato.
Un altro punto, secondo noi, degno di nota, è lo skit a circa metà disco, “MATRIX”, che riprende la celebre scena dell’omonimo film di fantascienza delle sorelle Wachowski, in cui Morpheus chiede a Neo di scegliere tra pillola rossa e blu, i colori che contraddistinguono i due rapper e che rispecchiano le due anime musicali che si sono viste finora, diverse ma affini.
L’intraprendenza dei due si denota anche dalla selezione delle collaborazioni, con un perfetto bilanciamento tra “soliti noti” (tipo Capo Plaza e Tony Effe), e scelte meno inflazionate, soprattutto per dischi con questo tipo di attitude, come Achille Lauro e Rose Villain. I dischi usciti recentemente mettono bene in luce come l’eredità dell’ex-rapper romano sia ampiamente constatabile nei progetti dei ragazzi più giovani (un altro esempio è Nerissima Serpe che ha voluto la sua partecipazione in “Identità”, seppur per un semplice skit). Un plauso, inoltre, ci sentiamo di farlo per aver chiamato un rapper più underground come Rasty Kilo, pratica quasi temuta da rapper più grossi e, in particolare, in album dal potenziale mediatico così importante.
“MOTIVATION 4 THE STREETZ” probabilmente non sarà il disco dell’anno, ma risulta essere una sorta di unicum, una piacevole sorpresa in una scena ormai adagiata su un sound abbastanza stantio, ribaltando ancora una volta le regole e prendendosi l’ennesima rivincita. La vera vittoria di questo progetto è la semplicità con cui due amici uniscono gli intenti in un flusso di coscienza quasi biografico, che racconta il passato, il presente e il (possibile) futuro loro, ma anche di tutte le altre persone che in quei quartieri continuano a fare da sfondo.
Con la collaborazione di Valerio Bellabarba.
Nessun commento!