Buttiamo subito giù gli altarini, a me J-Ax è sempre piaciuto. Sarà un “Guilty Pleasure”, sarà che son sempre riuscito a trovare in lui e nella sua musica qualcosa che toccasse le le mie corde. È quasi superfluo quindi, che quando si è prospettata la possibilità di un ritorno degli Articolo 31, ero al settimo cielo.
Sembrava il lieto fine di “Un Bel Viaggio“, un redemption arc perfetto, come nel più classico film anni ’80 di cui il rapper milanese è così tanto fan. Ed ecco che gli Articolo 31 dopo varie date celebrative quasi tutte sold out, annunciano in pompa magna il loro primo inedito dopo quasi vent’anni di inattività.
E decidono di presentarlo a Sanremo.
La cosa di base non dovrebbe essere un problema, ormai il rap a Sanremo è sdoganato, “valutiamo il pezzo per quel che è” mi son detto, decidendo quindi di ignorare la vetrina sulla quale veniva presentato. Quindi com’è il pezzo? Come una buona metà di “Protomaranza” non è brutto, ma è totalmente anacronistico.
Dal linguaggio scelto, al tipo di produzione, è tutto terribilmente anacronistico. Abbiamo assistito a dei ritorni storici, dai Club Dogo ai Cor Veleno, ma pure fuori dal rap e dai confini nazionali cito il ritorno dei Blur col bellissimo “The Ballad of Darren“, cosa avevano in comune tutti questi progetti?
Avevano il sound del loro pubblico di riferimento certo, ma non hanno rinunciato ad attualizzare il loro suono a quel che è stata l’evoluzione musicale del genere. In “Protomaranza” assistiamo ad una riproposizione stanca di escamotage che già negli anni ’90 erano inflazionati che perdono anche quel fascino dato dalla grinta che i due giovani avevano e dalla novità che rappresentavano.
Non parliamo di musica di scarsa qualità, anzi, chi sono io per dire che un prodotto sia senza qualità? Parliamo piuttosto di musica senza uno scopo chiaro. Chi è il target di questo disco? I fan del rap che vedono nella tracklist i Dogo e Fibra? O forse i vecchi fan degli Articolo che si commuovono nel sentire la loro “bella storia” riproposta continuamente in ogni brano?
Magari sono i giovanissimi che apprezzano Tedua o LaSad che vanno ancora a scuola e che possono rivedersi nelle tematiche adolescenziali? Non so dirlo, ma perché è questo il vero difetto di questa metà disco: non parla chiaramente al pubblico perché non sa a chi parlare.
Ma l’altra di “Protomaranza” com’è? Facciamo un discorso più approfondito prima. Perché mi piace J-Ax? Trovo che Ax abbia una sorta di dono, anche nella più becera e commerciale delle operazioni, riesce ad incastrare la sua personalità, la sua anima ribelle, e riesce a far brillare ogni progetto con almeno due o tre perle.
Semicitando lui stesso, anche dentro un “Meglio Prima?!” c’è “Tutta Scena”.
In questa ormai famigerata metà mancante emerge la sua personalità, e lungi da me criticare le idee o il pensiero di una persona, ma un’artista con questo battage pubblicitario non si può permettere di esporsi in determinati modi su determinate tematiche. Si staglia una narrazione politica complottista, qualunquista e populista che viene mascherata come “libertaria”.
Un manifesto obsoleto che promuove una “terza via” ma che si contraddice e contorce su se stessa, alternando a questi messaggi politici che pretendono profondità, ma che scadono nella banalità più totale, alle hit estive ed ai pezzi adolescenziali, creando un puzzle confuso e poco chiaro, degno dei peggiori Blink-182. Molto punk in effetti, forse era questo l’obbiettivo.
Per avvalorare questa mia tesi prenderò due esempi, le tracce “Libertario Surf” e “Contadino“.
Nella prima viene cantata la disillusione verso la sinistra e criticata la destra, fornendo come potenziale soluzione la “Terza Via Libertaria”, ma le critiche mosse non vanno affondo: si critica il populismo della destra ma cadendoci dentro e si criticano i fallimenti della sinistra senza dar contesto a questi ultimi. Il tutto viene fatto citando “Destra-Sinistra” di Giorgio Gaber, attualizzando il ritornello in “A Sinistra il paddle, a Destra il Calcio, Libertario Surf“
Anche qua, la narrazione è ironica e il surf gioca sul “California Dream” figlio delle matrici sia punk che hip hop di J-Ax, ma tra guerra, covid e tematiche altrettanto pesanti, questa superficialità, specie da un’artista con una così lunga carriera alle spalle, non è ammissibile.
L’altro esempio che porto, “Contadino“, racconta in tre strofe la ciclica storia della famiglia di J-Ax. Suo nonno viene strappato dalla terra per fare la guerra, lo stesso Ax vive lontano dalle sue origini campagnole ma poi, nella terza strofa, suo nipote tornerà a fare il contadino “piantando i semi su Marte con Eleon Musk”. Narrazione banale, vecchia, superficiale e populista.
Vuol parlare agli adulti? Perché essere così adolescenziale? Vuol parlare ai giovani? Perché essere così anacronistico?
Dopo ventuno anni di attesa dagli Articolo 31 non so se fosse legittimo aspettarsi di più, ma qua andiamo oltre l’attesa o il nome del gruppo. Non è un progetto chiaro ed i fini commerciali sovrastano qualunque pretesa artistica, che pur riuscendo ad emergere di tanto in tanto, riesce solo a far storcere il naso.
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